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L’ANIMALE NELLA BIBBIA (seconda parte)
(rav Luciano Meir Caro)
L'altra volta a Ravenna io ho parlato molto genericamente dell'atteggiamento ebraico soprattutto dell'ebraico biblico ma anche ... nei confronti del mondo animale. Se vi ricordate abbiamo un po' chiacchierato insieme sulla visione che noi abbiamo nei confronti degli animali. Che è una visione tutta particolare, molto diversa da quella che abbiamo noi in Occidente. Nel senso che l'animale nel mondo antico era considerato, tra virgolette, una specie di membro della famiglia; nella famiglia c'erano degli animali che facevano parte della struttura in qualche modo, quindi dei compagni di viaggio, con i quali si avevano dei contatti quotidiani. La maggior parte della gente era dedita all'agricoltura, e soprattutto alla pastorizia, per cui l'animale oltre che un compagno di viaggio era anche un simbolo di ricchezza, un simbolo di potenza, un qualcosa che ci forniva cibo sul piano alimentare, degli indumenti e così via. Oggi ci sono dei bambini, in certe città, che non hanno mai visto un cavallo, per dire, un cammello. Forse lo avranno visto nei fumetti. Ma il rapporto con il mondo animale è molto alieno. Quindi la Bibbia è piena di riferimenti al fatto che gli animali sono nostri compagni di viaggio e dobbiamo averne cura. Hanno dei diritti. Una quantità di diritti che vanno praticati dalla società. Una quantità di disposizioni, esempio non infliggere sofferenze inutili agli animali, non costringerli a dei lavori per i quali non sono preparati o adatti e così via. Ci siamo soffermati un po' su questi elementi.
Aprendo una parentesi molto delicata sul mondo dei sacrifici. Perché la Bibbia, mentre sostiene questi diritti degli animali, sostiene che una forma di culto nei confronti della divinità consisteva nel fare dei sacrifici di animali. Sacrifici che sono regolamentati. E sembra una contraddizione, da una parte la tutela, la difesa degli animali e dall'altra parte pensare che se io ammazzo un certo animale in un certo modo Dio è contento. E questa è una forma di culto divino. Quindi ci poniamo il problema. Questo problema è stato esaminato da tante angolazioni, ci siamo soffermati sul punto di vista del grande Maimonide, uno dei più grandi filosofi-pensatori degli ebrei. Il quale sostiene a questo proposito che il testo biblico nei confronti delle idee che circolavano ai suoi tempi aveva un duplice atteggiamento: cioè se c'era un qualche cosa che è assolutamente negativo lo proibisce nel modo assoluto, drastico, qualche volta proponendo persino la pena di morte per chi pratica determinate azioni. Se c'è un qualche cosa che è negativo ma non del tutto negativo, il testo biblico cerca di regolamentarlo. Regolamentarlo cercando di disciplinarlo. Orbene il Maimonide sostiene questo. Parte da un passo del libro del Levitico là dove si parla del divieto di macellare gli animali in un certo modo, del divieto del sangue e dice una frase che a mio avviso è molto significativa: Dovete fare queste cose nei confronti di certi animali in una certa modalità affinché la gente non adori, non prestino più culto ai demoni dietro ai quali la gente si prostituisce.
E per l'espressione demoni si usa il termine seirim; seir vuol dire agnello, un giovane del mondo bovino o del mondo ovino. Nella cultura dei tempi della Bibbia, così sostiene il Maimonide, non era concepibile adorare in qualche modo una divinità senza offrirle qualche cosa. Questo era il modo di pensare. E il testo della Torà vede in questo un elemento positivo, nel senso che c'è un desiderio da parte dell'uomo di esprimere una qualche azione nei confronti della divinità qualunque essa sia offrendogli qualche cosa. Offrendo qualche cosa significa riconoscere che c'è una autorità superiore e riconoscere che tutto quello che abbiamo ci proviene da quella divinità. Offrire qualche cosa a una divinità poteva far pensare che quella divinità gradisse l'odore dei sacrifici o il fumo del sacrificio o cose di questo genere. Anche l'incenso che sale verso l'alto.
Cosa fa la Torà? Se avesse detto tutti i sacrifici sono proibiti perché a Dio non gliene importa niente che voi ammazziate degli animali, la gente non avrebbe capito. Cosa fa? Viene a disciplinare la cosa in modo tale da renderla possibile per quei tempi ma sempre più difficile con il passare del tempo. Cosa dice la Torà?
Se leggete i primissimi versi del Levitico dice chi vuol fare dei sacrifici ... e adopera l'espressione adam; dice adam, non dice l'ebreo o la persona, ma adam nel senso dell'essere umano. L'essere umano che voglia fare dei sacrifici a Dio, li deve fare con questa modalità. Che sono tutta una serie di condizioni che rendono la cosa quasi inapplicabile. Cioè non tutti gli animali, ma soltanto un certo tipo di animali, non si possono fare i sacrifici dappertutto ma solo in certi posti, non si possono fare a livello personale ma bisogna ricorrere alla casta dei sacerdoti che lo facciano, i quali devono essere in una situazione di purità rituale, che è molto difficile da conseguire e inoltre nel fare il sacrificio tenete conto che una parte dell'animale che viene macellato viene bruciata, una parte viene a compensare l'attività delle caste sacerdotali che si occupavano anche di problemi di carattere generale e una parte va ai poveri.
Quindi attraverso il sacrificio anticamente, sì c'era il riconoscimento che l'animale, che era anche la ricchezza, era un dono di Dio e noi per riconoscimento che ci viene da Dio gliene offriamo una parte, ma contestualmente offrendo questa parte c'è una questione di carattere sociale. Oggi diremmo in termini moderni di pagare i tributi che servono per far funzionare lo Stato. La casta sacerdotale si occupava di tribunali, di medicine e cose del genere quindi si pagava il servizio sanitario in qualche modo.
Però tutto questo era congegnato in modo tale che diventava difficilissimo fare i sacrifici. Tra l'altro dovevano essere fatti in un certo momento preciso, in un certo luogo preciso, ecc. Con il passare del tempo vengono a cessare, qualcuno dice per volontà di Dio, qualcuno dice che sarebbero cessate comunque le condizioni che rendevano possibile il sacrificio. E questo avviene quando la gente comincia a pensare che Dio non può gradire i sacrifici, ma gradisce qualche altra cosa. E vengono sostituiti i sacrifici dalle preghiere. Vuoi mostrare una adorazione nei confronti di Dio? Dedicagli un'altra forma della tua ricchezza che è il tempo. Non l'animale, ma dedicagli una parte del tuo tempo recitando delle preghiere. E il tempo ha un valore anche di carattere venale. Questa è l'idea del Maimonide. Ha visto nei sacrifici un qualcosa di positivo ma agisce, si muove in modo tale che la gente a un certo punto non faccia più sacrifici. Tanto è vero che, distrutto il santuario a Gerusalemme, non esiste più la casta sacerdotale, non esiste più un santuario ecc. i sacrifici non si possono più fare anche se volessimo farli oggi non ci sono più le condizioni oggettive.
Tutto questo l'abbiamo accennato la volta scorsa, ma io vorrei tornare un momentino indietro e vedere, esaminare qualche passo del testo biblico dove compaiono animali come protagonisti di qualche cosa. Se leggete con attenzione il testo biblico non dimenticate che il testo biblico è molto attento a non darci dei particolari che sono insignificanti. Noi sosteniamo che se partiamo dal presupposto che il testo biblico è di origine divina vuol dire che ogni episodio, ogni frase, ogni parola, ogni lettera del testo biblico deve avere un significato preciso che ci deve avvicinare a Dio perché il testo biblico è un messaggio che Dio indirizza all'uomo. E quindi va esaminato con grandissima attenzione da tutte le angolazioni possibili. Orbene ci domandiamo, cosa importa tutta questa descrizione del primo capitolo del libro della Genesi? Dio che crea gli astri, che crea l'erba, che crea i frutti, che crea gli animali, ecc. cosa ci interessa? Dice delle cose che a un certo momento, tra l'altro non sono vere, nel senso che non corrispondono alla realtà come la conosciamo noi. Quando Dio dice all'inizio che ha creato prima la luce, cos'è questa luce? Crea la luce e poi dopo un po' dice che Dio ha creato gli astri che ci danno la luce. Prima ha creato la luce, poi le fonti della luce, che ci danno la luce.
Il sole, la luna, le stelle, ecc. e la luce da dove veniva? Ma che razza di luce era? All'inizio è tutta una provocazione. Cosa vuol dire? All'inizio della Genesi il testo comincia a dire: In principio Dio creò il cielo e la terra. Sembra che per prima cosa abbia creato il cielo e la terra. Poi dice: Dio disse sia la luce. Ha creato prima il cielo e la terra e poi la luce o ha creato prima la luce e poi il cielo e la terra? Non c'è risposta a questo. E questa luce che lui avrebbe creato come prima cosa da dove veniva se non c'era il sole, la luna e le stelle? Inoltre cosa vuol dire che separò le acque? Dio ha separato le acque che erano sopra il firmamento dalle acque che sono sotto il firmamento. Ma cosa vuol dire questa roba, cosa ci vuole insegnare? E' evidente che il testo della Bibbia non è un testo di scienza o di cosmogonia. Ci vuole insegnare qualche cosa.
Tra le altre cose viene sottolineato il fatto che l'uomo è stata l'ultima cosa che Dio ha creato. Ma come, l'uomo è il capolavoro di Dio, l'essere più intelligente almeno dal nostro punto di vista e lo ha creato per ultimo? I nostri maestri sempre attenti a leggere il testo anche con ironia ma soprattutto per farci uscire dall'indifferenza, dicono che lo ha creato per ultimo intanto perché era indeciso. E' blasfemo, no, vi ricordate quelle frasi: Dio disse: Creiamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza ... creiamo? Ma con chi parlava? E i nostri maestri dicono, (vi propongo io, non dovete crederci!), ma siccome l'uomo è l'unico essere dell'universo che ha la capacità di distruggere l'universo, Dio ha fatto una consultazione democratica. Si è rivolto a tutto il creato, le stelle, le galassie, le piante, gli animali, le pietre e ha detto sentite un po': Lo creiamo quest'uomo? Tenete conto che può essere pericoloso per voi, perché quest'uomo ha la capacità di fare delle cose eccezionalmente belle, ma anche eccezionalmente brutte. Oggi un tale schiaccia un bottone da qualche parte e può avvenire una guerra atomica che distrugge tutto.
Può succedere questo, ci siamo stati anche vicini. Qualche volta. Allora Dio avrebbe raccolto tutta una assemblea di tutto ciò che aveva creato e dice: Lo creiamo o no?
E sempre in forma ironica si sostiene che il risultato è stato di 50 a 50. Il cinquanta per cento delle cose create ha detto sì, il cinquanta per cento ha detto no. E cosa ha fatto Dio? Nella sua grande sapienza ha votato a favore della creazione dell'uomo. Quindi la creazione dell'uomo è avvenuta con il cinquantun per cento. E' tutto detto ironicamente. Ma che problema. Ma perché ha creato l'uomo? Che cosa vuole dall'uomo? E perché ci racconta tutta questa storia così fantastica? La costola, non la costola, la donna ecc.
Un'altra spiegazione che viene proposta: Dio ha creato l'uomo in un pezzo unico, perché ha creato Adamo non ha creato gli uomini, perché nessuno potesse dire mio padre era più bello del tuo. Se ne avesse creati due si sarebbe creata questa vicenda, io son della razza A tu sei della razza B ma la razza A è migliore della B.
Veniamo tutti dallo stesso ceppo, non c'è meglio o peggio. E inoltre se un uomo si inorgoglisce troppo gli si può rispondere: “Adam, Adamo, tieni conto che nel racconto della creazione sono state create le pulci prima di te. Tu sei l'ultimo arrivato!”.
Quindi anche degli esseri che sembrano insignificanti che sembrano dannosi che non servono a niente ecc. ecc. ci hanno preceduto. Tu sei nato per ultimo. Ma cosa vuoi ...
E inoltre oh finalmente arriviamo al punto centrale! Dio ha consegnato gli animali all'uomo e ha chiesto all'uomo una cosa stranissima. Dio ha preso gli animali e li ha portati singolarmente all'uomo per vedere che nome avrebbe dato a ogni animale. Che senso ha tutto questo? Adesso ti porto il leone, il cammello: come lo chiamiamo questo? Leone e dice: il nome che è stato determinato/inventato dall'uomo nei confronti dell’animale, è diventato il suo nome vero. Quindi Dio ha creato questi esseri diversi, gli animali, ma la singolarità dei singoli animali l'abbiamo data noi. Ha aspettato che fosse Adamo a dirlo. Cosa vuol dire dare il nome a qualche cosa? Nella visione orientale dare il nome a qualcuno significa imporgli determinati doveri e determinate caratteristiche. Noi queste cose non le percepiamo molto, ma vi ricordate un personaggio importante?
C'era un tale che si chiamava Avram e Dio a un certo momento lo ha chiamato Avraham, gli ha cambiato il nome, dicendo non sei più quello di prima, poi c'era un tale che si chiamava Yaakov e Dio gli ha detto: Ti chiamerai Israel. Dare il nome a qualcuno ... il nome è un elemento importante della nostra personalità. Cambiare il nome a qualcuno significa imporgli una funzione nuova. E' una cosa che succedeva comunemente nell'antichità. Leggete la storia egiziana o sumerica o babilonese: quando avveniva che un re, per esempio un babilonese, conquistava un certo paese nei confronti della popolazione conquistata se ritenevano opportuno lo facevano fuori (NdR: il re nemico) ma se non lo ritenevano opportuno gli cambiavano il nome. Come dire: non sei più quello di prima. Tu sei re perché l'ho deciso io. La tua autorità ti deriva dall'incarico che io ti ho dato. Dall'impegno che ti impongo.
Quindi il fatto che l'uomo dia dei nomi agli animali significa riconoscere qual è la natura degli animali e avere una responsabilità nei loro confronti. E queste cose ci fanno pensare.
Io vi propongo delle risposte, ma non so se sono quelle giuste. Bisogna leggere il testo e dire: ma sarà proprio così? E inoltre sin dall'inizio del testo biblico incontriamo che gli animali sono sempre presenti, quasi sempre presenti, nei momenti cruciali della storia. Pare che nel piano divino, pare eh, ci fosse questo: di creare l'essere umano che poteva essere eterno o mortale. Dio prende l'uomo lo mette nel giardino e gli dice non mangiare quel certo frutto ecc. Il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male, ci siamo? Però nel giardino, noi lo sappiamo ma Adamo no, c'era l'altro albero che era l'albero della vita. Se Adamo avesse consumato il frutto dell'albero della vita sarebbe diventato immortale. Non so cosa vuol dire, perché: Cosa vuol dire immortale? Eterno?
E cosa ha fatto Adamo? Ha mangiato il frutto ed è diventato mortale. Ha mangiato il frutto, però dietro a questo mangiare il frutto non è che Adamo si è svegliato un mattino e ha detto mangio quel frutto lì, c'è stata la mogliettina che gli ha detto, vieni un po' qua perché non assaggi questo bel frutto e glie lo ha fatto mangiare. Lo ha mangiato anche lei, però prima di mangiare ha detto lo mangi anche tu non scherziamo ... Ma perché Eva ha mangiato? ... perché c'era il serpente.
L'artefice del fatto che noi siamo diventati mortali e non eterni è stato il serpente. E perché lo ha fatto? Il serpente era, inizio del terzo capitolo della Genesi, hannachas hayah arum. Il serpente era più scaltro di ogni animale del campo che Dio aveva creato. E disse alla donna: nonostante che Dio abbia detto non mangiate di ogni albero del giardino ... ma la donna lo ha subito interrotto. Lui ha cominciato il discorso: nonostante che l'Eterno abbia detto non mangiate, non è vero questo, perché il Padre Eterno aveva detto mangiate tutto meno qualche cosa. E la donna subito interrompe e dice: del frutto degli alberi del giardino possiamo mangiare ma cosa dici, è soltanto del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino che Dio ha detto non mangiate e non lo toccate per non morire. Quindi c'è questo dialogo, il serpente era scaltro però la parola per indicare scaltro è arum che vuol dire scaltro ma vuol dire anche nudo. Ma cosa vuol dire questa roba? Perché inizia questo discorso con la donna, intanto parlava, quindi c'era un modo di comunicare e la donna lo ha messo subito a posto non è vero, stai buono, possiamo mangiare tutto ... ma la donna fa un errore perché Dio non aveva mai detto non toccatelo per non morire, ha detto non mangiatelo, ma non ha detto che se lo toccavano morivano. Quindi la donna se lo è inventato. Che senso ha? Sono domande che io vi faccio. (NdR: Genesi 3, 1-5)
Dio avrebbe detto, ma non lo ha detto, secondo la narrazione se toccate o mangiate quel frutto morite. La morte non esisteva ancora. E' come se voi parlate con un bambino di un anno e gli dite se fai quello muori, quello non capisce perché non ha conoscenza della morte. Non era ancora morto nessuno. Anzi l'uomo era stato prodotto con la prospettiva che poteva diventare senza morte, che la morte non esisteva. Cosa vuole questo serpente che è nudo e scaltro, le due cose insieme. La prima conseguenza dell'essere scaltro e di aver parlato con la donna e lui continua questo discorso. Il serpente disse non morirete ma Dio sa che nel giorno che mangiaste di questo frutto si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio conoscitore del bene e del male. Questa sa il fatto suo. Gli ha fatto la conferenza. La donna vede che il frutto era bello appetibile ecc. lo mangia e poi lo dà al maritino da mangiare e la prima cosa si accorgono di essere nudi.
Una attribuzione secondaria o primaria del serpente, diventano nudi o scaltri. Astuzia.
Chi determina il destino dell'uomo è stato il serpente. Perché l'ha fatto non lo so. O non era predisposto per questo. Dio ha lasciato, questa è una interpretazione mia ma posso sbagliare, cosa ha fatto il Signore Iddio? Ha messo di fronte all'uomo due possibilità: essere a conoscenza del bene e del male, non so bene cosa vuol dire, e essere mortali; l'alternativa è di non essere a conoscenza del bene e del male ed essere immortali. E questo lo ha lasciato scegliere all'uomo però questa scelta è stata pilotata. Perché Dio ha messo vicino all'uomo la donna e vicino alla donna ha messo il serpente, un serpente scaltro e furbo e nudo ecc. Poteva dire all'uomo sei tu che hai scelto la strada di mangiare il frutto, ma l'uomo poteva sempre rispondere sì ma mi hai messo in condizione di farlo. C'era una alternativa alla quale l'uomo ha risposto ma forse non poteva fare diversamente.
E quindi l'uomo è diventato mortale conoscitore del bene e del male, non chiedetemi cosa vuol dire conoscere il bene e il male, cosa vuol dire? Se l'uomo non avesse avuto cognizione della differenza che c'è tra bene e male, se fosse stato così pare se non lo sapeva come ha fatto Dio a dirgli di non fare una certa cosa quando lui non sapeva che disubbidire è male. Gli dà un ordine ma gli ordini si danno soltanto a chi li capisce, che bisogna fare così, perché non facendo così si fa qualcosa di negativo. E' tutto spaventosamente difficile ma anche affascinante. Perché ci pone dei problemi, c'è il serpentello che ha determinato il nostro destino. Perché lo ha fatto? Probabilmente era stato predisposto per quello, perché se Dio lo ha fatto più scaltro e più nudo di tutti gli altri animali avrà avuto i suoi motivi. No? Questo Dio che si comporta in modo dal nostro punto di vista ambiguo perché ci fa fare delle cose ma ci ha messo in condizione di farle.
Continua il discorso. Se voi andate avanti pensate, vado per le spicce, Abramo. Abramo certamente viene sottoposto a questo test spaventosamente crudele, vai ad ammazzare tuo figlio, un figlio che era stato atteso, non era proprio l'unico perché un altro l'aveva già avuto, aveva avuto Ismaele ma il figlio quello di serie A avuto dalla moglie Sara ecc. ecc. gli nasce in circostanze miracolose e a un certo momento sai quel figlio che hai avuto e glie lo dice crudelmente eh. Dio disse: e fu dopo questi avvenimenti Dio mise alla prova Abramo. E gli disse: Abramo e lui rispose eccomi si comporta in modo che non mi piace per niente lo mette alla prova, lo chiama prima. Chiamare qualcuno è un segno di affetto di attenzione particolare e Abramo rispose eccomi son qua. E Dio gli disse prendi tuo figlio, prendi: na, ti prego, molto educato, il tuo unico quello che ami cioè Isacco e vattene verso la terra di Morià e là offrilo in olocausto su una delle montagne che ti dirò.
E' crudele sta roba eh. Dio mi perdonerà perché lo dico in senso positivo eh, sembra crudele, noi che leggiamo così, ma gli dice prendi ti prego questo Dio che chiede un favore all'uomo ad Abramo, tuo figlio e Abramo cosa avrà pensato in quel momento, quale? Aveva avuto Ismaele e poi Isacco, quale? Il tuo unico figlio, cosa vuol dire unico? Erano due, ma con unico, per un padre ogni figlio è unico, c'è solo lui, non è un altro. Il tuo unico, unico potrebbe anche essere inteso unico che hai avuto da sua madre, ma Ismaele era nato da Agar e Isacco era nato da Sara. Quindi tutti e due sono unici perché derivano da ... sono unici rispetto alla madre, quello che ami. Ma chi è quel padre che dice amo più quello e chiaramente gli dice il nome. Sembra che lo faccia sospirare, prendi il tuo figlio, il tuo unico quello che ami cioè Isacco e offrimelo in olocausto sacrificalo. E Abramo cosa fa si alza il mattino e sella il suo asino. Ma che ci interessa che sella l'asino e prese due suoi garzoni con lui e prese anche Isacco suo figlio, spacca la legna, si alza e va verso il luogo che Dio gli aveva indicato.
Quindi la prima cosa che fa SELLA L'ASINO. C'era bisogno di dirlo? Ha preso la legna, Abramo aveva un qualcosa come oltre cento anni forse centotrenta anni prende due garzoni, oggi diremmo ha preso la macchina ed è andato ha preso il treno, certo se è partito ha preso il treno, in qualche modo sarà andato. Sella l'asino, questo asino che diventa uno dei protagonisti di tutta la faccenda. Arrivati, dopo tre giorni di cammino, arrivati nel posto Abramo vede il posto da lontano ma non ci dice come ha fatto a riconoscerlo. Dio gli ha detto te lo farò vedere, te lo dirò, ci ha detto che ha sellato l'asino ma non ci dice come ha fatto a riconoscere che il posto era quello giusto. E Abramo disse ai due garzoni che l'avevano accompagnato fermatevi qua con l'asino e io e il ragazzo andremo fino a un certo punto ci prostreremo e torneremo da voi. Abramo dice facciamo delle preghierine, e poi torniamo. Ma sapeva che non era vero, sapeva che doveva andare ad ammazzare. Tanto è vero che ha preso la legna e il coltello. Abramo prese la legna per il fuoco e la mise sopra suo figlio, carica il figlio che si porta la bara diremmo noi, e poi prende gli strumenti per fare il fuoco e il coltello e procedono.
Ma c'è quest'asino che fa la prima parte del viaggio e poi si ferma. Nella seconda parte della faccenda compare il montone. Abramo lega il figlio sta per ammazzarlo ecc. Dio gli dice no ferma era solo una prova un test volevo mettere alla prova la tua fede. Abramo si volta vede un montone, prende il montone e lo sacrifica al posto del figlio. Quasi a sottolineare avevo promesso mi ero messo nell'ordine d'idea di offrire un essere vivente a Dio e devo farlo. A questo punto i nostri maestri dicono, l'ho già accennato, una cosa che ci lascia molto perplessi, una cosa non supportata da nessun testo, inventata di sana pianta, dicono. II Padre Eterno ha creato tutto in sei giorni, il settimo giorno ha smesso di creare, ha cessato di creare perché aveva finito. E i nostri maestri inventano - ma inventano per provocarci - ci sono delle cose che Dio ha creato prima che iniziasse il sabato. Siamo arrivati a venerdì sta per iniziare il sabato siamo al vespro, non è più venerdì ma non è ancora sabato, in quel momento, intervallo dal passaggio tra un giorno e l'altro, Dio inventa dieci cose: e c'è l'elenco di queste dieci cose che ha creato.
Dice tante belle cose, ne abbiamo già parlato a suo tempo, ha inventato l'arcobaleno, ha inventato la scrittura, ha inventato determinati strumenti, ha inventato le tenaglie, a cosa servono le tenaglie? Per strappare i chiodi, ho detto tenaglie ma volevo dire uno strumento metallico, uno strumento serve per fare altri strumenti, insegna la tecnologia, ecco. Se voglio uno strumento ho bisogno di un altro strumento per creare uno strumento, non posso fare con le mani, e ha creato il montone che dal momento della creazione questo montone era lì in attesa predisposto, pensando che potesse essere utile all'uomo. Questo episodio così drammatico che si sottopone a tantissime interpretazioni, si può interpretare in tanti modi ma comunque ci sono testimoni degli animali, prima c'è l'asino e poi c'è il montone. Questo asino che tornerà molto frequentemente poi nel testo biblico.
Mosè, nella visione del roveto ardente, no, per andare a liberare il popolo ebraico prende la moglie e i figli dall'Egitto e si reca per l'incontro con Faraone e li carica su un asino. Cosa ce ne importa? Li fa cavalcare su un asino. Commento dal pubblico: è un animale sacro. Non lo so se è un animale sacro. Non ho risposte ma vi posso dire questo. L'asino che poi tornerà quando arriverà il Messia, il Messia arriverà, entrerà a Gerusalemme, cavalcando un asino, per voi è arrivato per noi non è arrivato ma comunque quello è ciò che suggerisce la tradizione, ci siamo, non prendetemi alla lettera.
Chamor = asino, se lo dico a una persona nel senso biblico non c'è niente di offensivo, di negativo, anzi l'asino era considerato un animale intelligente, un animale utile, che è sempre presente e però l'etimologia. Lo ha chiamato Chamor, ha la stessa precisa identica radice dell'espressione chomer che significa, l'ebraico è una lingua consonantica, non tenete conto delle vocali, le consonanti sono cheth, mem e resh con una a e una o diventa un asino, con una o e una e le stesse consonanti significano materia. Argilla, la materia bruta, ... Carica il legno sulla materia bruta e dice quando Abramo sta per salire, dice ai suoi garzoni: state qui con l'asino, non so se può voler dire voi non state capendo cosa sta succedendo non lo capisco nemmeno io, ma voi tanto meno, io sto facendo un qualche cosa di straordinario, voi state qui con la vostra materialità, può voler dire questo? E il Messia che è venuto o che verrà, verrà cavalcando la materialità, quasi a sottolineare che non si può distinguere lo spirito dalla materia, c'è un qualcosa di divino in tutte due le cose.
Torniamo un momento ad Abramo che sella il suo asino, sella il suo asino. Se vi ricordate Abramo ci è presentato nel testo biblico come una persona anziana, ricca e prestigiosa e il testo dice che lui ha sellato l'asino, ma che ci importa? Poteva dire a un servo porta l'asino. No, lo sella lui, lo fa lui, alla sua età, vecchio, in pensione, ricco e prestigioso sella l'asino. E vi porto un pochino più avanti poi vi lascio perché vi voglio troppo bene. Quando gli ebrei escono dall'Egitto Faraone è stato a causa delle dieci piaghe, è stato costretto a dare il permesso agli ebrei di uscire, poi appena sono usciti si è pentito e ha detto adesso il lavoro chi lo fa? Commento dal pubblico: chi fa i mattoni? Sotto la spinta dell'emozione muoiono tutti i primogeniti egiziani (NdR: la decima piaga), Faraone dice andate via, toglietevi dai piedi. Dice il testo ... e fu raccontato e fu riferito al re d'Egitto che il popolo era fuggito e si voltò si cambiò il cuore di Faraone e dei suoi servi e dissero: cosa abbiamo fatto che abbiamo lasciato andare via Israele dal nostro servaggio? Il soggetto è Faraone : legò il suo cocchio e prese il suo popolo con lui. Prese seicento uomini armati e comincia l'inseguimento degli ebrei. Non vi sembra strano? Faraone re d'Egitto considerato dagli egiziani un dio, una divinità lega lui i cavalli al suo cocchio, lui lo ha fatto, tanto che ce ne importa? Certo, mica sarà andato a piedi. No, lega lui il suo cocchio, poteva dire portatemi il carro, non c'era nemmeno bisogno di dirlo e prese il suo popolo con sé, cosa vuol dire che ha preso il suo popolo con sé? L'interpretazione che noi suggeriamo è che ha voluto dare l'esempio.
Poteva dire all'esercito inseguite quella gentaglia e riportatela qua, no ha voluto dare l'esempio. Forse gli egiziani si erano scocciati, meno male che se ne sono andati che ci portavano solo disgrazia. Li ha presi con sé, li ha convinti ad andare, come ha fatto? Dando l'esempio. E lui prepara il suo cocchio. Lo prepara. Abbiamo due esempi.
Da questi esempi che vi ho dato i nostri maestri imparano che quando un qualcuno fa le cose o per grande amore o per grande odio si comporta in modo anomalo. Abramo sente il desiderio di ubbidire a Dio anche se gli ha chiesto una cosa terribile, andare ad ammazzare suo figlio, e prepara lui l'asino, lo devo fare io non posso darlo a un altro, devo portare a termine questa cosa anche se mi ripugna, ma me lo ha detto Dio quindi per rispetto. Faraone ha dentro di sé una rabbia e fa un qualcosa perché ha perso la pace, chi hai mai visto Faraone che lega i cavalli al cocchio e lo ha fatto. E anche in questo caso c'è un animale.
Finirei, vi ricordate gli ebrei usciti dall'Egitto? Devono subire il contrasto di varie popolazioni. Qualcuna ha combattuto contro di loro, qualcuna ha fatto delle cose strane, e a un certo momento qualcuno ha assoldato il famoso Bil’am. Un re dei moabiti dice: questo popolo non lo si può combattere sul campo di battaglia, perché hanno una protezione un po' strana, però lo possiamo combattere con le parole e va ad assoldare il più grande indovino che c'è sul mercato dicendogli tu sei molto bravo e se tu riesci a imprecare contro qualcuno le tue imprecazioni si trasformano in realtà. Vieni maledici questo popolo e così quelli si distruggono e me li tolgo dai piedi. Quello prima non voleva andare, poi è andato e succederà, raccontato in forma anche ridicola, che non riuscirà a dire delle cose brutte ma dirà delle cose simpatiche tanto che verrà poi licenziato perché è venuto meno al suo compito. Ma, nel muoversi per andare ha preso la sua asina, questa volta la moglie dell'asino, aton è la femmina dell'asino e cavalca su questa asina per andare e lui grande indovino sta cavalcando su questa asina per andare a maledire il popolo ebraico e questa asina a un certo momento vede una presenza divina, l'angelo di Dio.
Che lui non lo vede ma lei sì e si ferma. E lui la picchia e lei devia perché non può passare, ma a un certo momento deve passare attraverso un sentiero molto stretto e ricompare l'angelo davanti all'asina, l'asina si ferma e lui la picchia ma quella non può deviare perché il sentiero è stretto e cosa fa la picchia e dice: se avessi una spada ti ammazzerei.
Lui si sta contraddicendo, un tale che è stato assoldato per distruggere un intero popolo con le parole, per far fuori un'asina ha bisogno di una spada. Ma se era così bravo poteva dire "maledetta" e quella moriva subito e l'asina gli risponde perché mi picchi? Non sono io la tua asina preferita che ti ha portato a spasso per tutto questo tempo e lui litiga e anche in questo episodio c'è un'asina che diventa protagonista del racconto. E anche in questo caso i maestri dicono: la bocca di quell'asina era stata disposta tra le dieci cose che Dio ha creato all'ultimo momento. Immaginiamo questo Dio che dice ho creato l'universo ah porca miseria sta per iniziare il sabato bisogna che crei ancora alcune cose alla svelta e crea delle cose che sono indispensabili per la sopravvivenza per aiutare in qualche modo l'uomo. Un animale che entra in contraddittorio con qualcuno. Fa pensare tutto questo a un rapporto con gli animali che è tutto diverso da quello che pensiamo.
Ragazzi vi devo salutare. Dal pubblico chiedono qualcosa sul latte d'asina. Il latte d'asina è kasher? NO! NO! NO!
La norma dice che quando un animale è proibito è proibito lui e anche i suoi prodotti, siccome l'asina non fa parte degli animali cosiddetti puri ma non pensate a puro nel senso italiano eh, animali permessi, quindi anche il latte dell'asina è proibito, come è proibito il maiale e i suoi prodotti ma anche le uova di scimmie son proibite per lo stesso motivo. Lo dico per rispondere alla nostra amica, c'è soltanto, sembra una cosa un po' ridicola, che la norma ebraica sostiene che se un animale è proibito non possiamo mangiare niente del suo corpo e nemmeno il suo prodotto, uova ad esempio per chi fa le uova e latte per chi fa il latte e così via. C'è soltanto un animale che è proibito ma di cui ci è consentito mangiare i suoi prodotti: è l'ape, possiamo mangiare il miele. Perché il miele è considerato un sottoprodotto dell'ape, il miele è costituito in gran parte da fiori e il collante è lo sputo dell'ape.
Ragazzi vi devo salutare. La Mariangela Baroncelli chiede la radice ebraica dell'ape, deborà risponde il rabbino. Nella tradizione ebraica c'è un personaggio importante che si chiama chamor = asino e non c'è niente di offensivo. Deborà (ape) era anche una profetessa. Ci sono degli elementi strani. Il cavallo ha tre o quattro nomi in ebraico. C'è sus = cavallo, puledro. Vari termini anche per il leone, la leonessa e il leoncello. Il mondo degli animali è un qualcosa che ci è molto vicino perché sono nostri compagni di viaggio.