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Il profeta Eliseo, discepolo del profeta Elia
(Rav Luciano Caro)
La storia di Eliseo è raccontata nei primi capitoli del secondo libro dei Re. E' un profeta bizzarro, strano, pieno di contraddizioni, che opera in un periodo storico burrascoso. Sappiamo che Eliseo fu il discepolo ufficiale del grande profeta Elia, uomo di straordinaria importanza nel suo tempo, ma soprattutto dopo. Elia è stato personificato con tutto quello che c'è di positivo per il presente e per il futuro. Nella nostra tradizione Elia è colui che verrà ad annunciare la venuta del Messia.
Una prerogativa di Elia è quella di non essere morto, ma volato su un carro in cielo, come è avvenuto con il personaggio biblico Enoch.
Nella tradizione ebraica Elia è anche quello che ci serve tutte le volte che ne abbiamo bisogno. Per es. nella celebrazione del seder pasquale, noi lasciamo la porta aperta, caso mai venga Elia. Siccome secondo la tradizione il Messia arriverà nel mese di Nissàn, che è il mese in cui è avvenuta la liberazione di Israele dall'Egitto, si presume che l'arrivo del Messia possa coincidere con la Pasqua. Per questo si prepara un posto anche per Elia alla tavola pasquale, con un bicchiere di vino già versato per lui.
Nel Talmud si parla molto frequentemente di Elia senza però mai nominarlo. E tutte le volte che i maestri si sono trovati a dibattere su problematiche senza riuscire a trovare la soluzione, si dice che sarà Elia a risolvere il caso, quando arriverà.
Vorrei farvi notare questo. Pensate quante volte nelle mitologie, anche religiose, si parla di personaggi che non sono morti e che attendono di ritornare.
Per tornare a Eliseo, possiamo un attimo soffermarci sul suo nome, che in ebraico suona Elishà, cioè "Dio salva"o "Dio salvatore".
Il testo biblico (2 Re 2) ci racconta che Eliseo ha assistito alla dipartita di Elia e in quel frangente gli ha chiesto di lasciargli il doppio del suo "spirito", cioè delle sue capacità divine. In realtà la traduzione più esatta dovrebbe essere "due parti del tuo spirito". Insomma, Eliseo sembra chiedere al suo maestro di renderlo partecipe di due parti su tre del suo spirito di profezia, delle sue capacità.
Eliseo, proprio per questa sua posizione di favore in rapporto ad Elia e anche per i suoi miracoli, è diventato molto popolare nel suo tempo. Ovviamente Eliseo non lavorava da solo, ma faceva parte di un gruppo particolare di persone, i "figli dei profeti", bené haneviìm, ritenuti dalla gente come detentori di certe qualità divine, cioè potevano dare dei consigli su come comportarsi, interpretare il futuro, ecc. Quindi una specie di stregoni, consiglieri. Sembra che fossero riconoscibili anche dal tipo di abbigliamento che portavano. Probabilmente questi "figli dei profeti" campavano grazie alle offerte e ai donativi della gente.
Altro elemento che dà una connotazione sia a Elia, ma soprattutto a Elishà è la collocazione geografica; Eliseo infatti opera esclusivamente nel regno di Israele.
Faccio una veloce parentesi storica.
Sapete che c'era stato lo stato ebraico - chiamiamolo così - costituito dal re Davide, unificando, anche con la forza, le varie tribù, dotandolo di una capitale, Gerusalemme, che non apparteneva a nessun territorio. Quest'opera di unificazione era stata portata avanti malamente dal figlio Salomone, che però non è riuscito a mantenere l'unità, anche perché all'interno del mondo ebraico è molto forte la differenziazione e questo porta a una grande fatica a restare uniti.
Questa cosa parte già dal momento in cui Mosè fa uscire gli Israeliti dall'Egitto; se ci fate caso il testo biblico, nella descrizione dell'accampamento del popolo, dice che ogni tribù era radunata attorno al suo stendardo.
A un certo punto, dunque, il re Salomone non riesce più a mantenere l'unità del popolo, per questioni di tasse, ma non solo e avviene una scissione in due tronconi: il regno di Giuda, che mantiene come capitale Gerusalemme con un re della discendenza di Davide e il regno di Israele, anche detto regno del Nord o regno delle dieci tribù, con una capitale diversa, cioè Samaria e un re che cambia secondo le stagioni, ovvero non più della stirpe di Davide.
All'interno di questo movimento c'è un'ulteriore suddivisione, perché pare che Elishà operasse soprattutto nei territori al di là del Giordano. Per capirci, si tratta di quello che oggi si chiama il Golàn, una volta detto Ghilàd, a oriente del lago di Tiberiade. E questo territorio si discosta culturalmente dal resto di Israele. In questa zona ha avuto luogo un conflitto, durato circa 300 anni, tra gli ebrei che abitavano in questo territorio e quelli del regno di Israele e i cosiddetti Aramei, una popolazione stanziata nell'attuale Siria, più o meno. Si tratta di popolazioni minuscole, non dimentichiamolo; i grossi giochi politici si svolgevano tra le grandi potenze occidentali, cioè l'Egitto e quelle orientali, che cambiavano di volta in volta, prima i Sumeri, poi i babilonesi, poi gli assiri, poi i persiani.
Quindi capiamo quanto insignificanti fossero le nostre popolazioni bibliche, dal punto di vista economico e politico.
Il conflitto tra ebrei e aramei è cessato nel momento in cui la Siria ha deciso di attaccare Israele e tutta la zona.
Eliseo ha operato in questo contesto.
Gli episodi riferiti a Eliseo a volte sono rivestiti un po' di mitologia. Interessante notare che negli episodi riguardanti Eliseo si trovano delle reminiscenze di episodi avvenuti centinai o migliaia di anni primi. Per es. l'episodio dell'acqua e del sale. Vi ricordate l'uscita di Israele dall'Egitto? Appena tre giorni dopo aver attraversato il mar Rosso, Israele si trova senza acqua e si lamenta; trovata dell'acqua, il testo dice che era amara, imbevibile. Alla richiesta di Mosè verso Dio, gli viene detto di prendere dei ramoscelli, che avrebbero reso dolce l'acqua. E così fece. Un episodio stranissimo! Il testo dice che l'acqua è diventata dolce, ma anche che "là gli ha posto statuti e leggi e là lo ha messo alla prova". Di cosa sta parlando il testo biblico? Chi gli ha dato? Probabilmente Dio. Ma cosa centra questo con l'acqua diventata potabile? E poi chi è che mette alla prova? Dio o il popolo? E a quali leggi si riferisce? Qualcuno dice che c'è un nesso tra l'acqua buona e le norme, che sono, appunto, utili al popolo, come l'acqua.
Eliseo vive un po' una situazione analoga: lui butta del sale nell'acqua e la fa diventare dolce.Forse vuol dire che Elishà aveva delle capacità simili a quelle di Mosè.
Altro episodio famoso in cui è coinvolto Elishà è quello della resurrezione del figlio della sunnamita. La storia racconta che ogni volta che lui passava di là la sunnamita lo accoglieva in una stanzetta preparata apposta per lui. A questa donna Eliseo fa la profezia che avrà un figlio; come succede a Sara!
Il bambino nasce, ma poi, a un certo punto, si ammala e muore. La donna manda a chiamare il profeta, l'uomo di Dio, anche se non era una festività, il capo mese o lo shabbàt.
Elishà manda il suo servo, Ghecazì, ordinandogli di porre il suo bastone sulla faccia del bambino, che però muore. Allora viene Elishà, che si corica sopra il bambino, il quale si rianima.
Qualcosa del genere succede ancora più tardi.
Elishà, contrariamente a quanto succedeva di solito ai profeti, aveva degli ottimi rapporti coi regnanti, addirittura coi capi aramei. Infatti il testo biblico ci offre la storia di Naaman il siro, uomo valoroso, ma malato di "lebbra". Quest'uomo viene indirizzato a Elishà, che gli ordina di immergersi sette volte nel Giordano; dopo un primo rifiuto, si convince e lo fa. Questo lo porta a considerare il profeta come un dio e vorrebbe colmarlo di doni, ma lui non accetta. Interessante vedere che, invece, il servo, di nascosto dal profeta, chiede a Naamàn dei doni, ma venutolo a sapere Elishà, si arrabbia e lo maledice, con una maledizione che poi si avvererà. Anche questa è una caratteristica di Eliseo: ha un carattere terribile, rancoroso. Vi ricordate l'episodio in cui Eliseo, che pare fosse dotato di una pronunciata calvizie, viene preso in giro da un gruppo di bambini proprio per questo e lui stimola degli orsi, che sbranano i bambini?
Un'altra cosa che volevo sottolineare è che il momento storico in cui Eliseo opera è particolarmente difficile, perché era avvenuto il cambiamento di dinastia. All'inizio c'era la famosa dinastia di Omrì, che dal punto di vista morale era pessimo, ma dal punto di vista politico e amministrativo ed economico aveva agito in maniera ottima.
A un certo momento il figlio di Omrì, Acàv, empio anche lui, viene ucciso da Ieù e così si ha il cambio di dinastia. Ieù viene unto re segretamente da Eliseo.
Contemporaneamente a tutto questo si verifica la ribellione di Meshà, il re dei moabiti, che abitavano al di là del Giordano, a sud degli aramei; questi moabiti erano stati assoggettati da Israele e pagavano dei tributi. Ma a un certo momento il re di Moàb si ribella e non paga più; si costituisce una coalizione formata dal re di Israele, il re di Giuda e il re degli aramei che tentano di risoggiogare Moab.
Qui avviene quell'episodio famoso in cui il re Meshà, fatto prigioniero, sacrifica il suo figlio primogenito sulle mura della città, con l'intenzione di ottenere favore dagli dei.
Al vedere questo spettacolo i re vincenti si ritirano, perché inorriditi. Questa è la versione che ci dà il testo biblico, ma la stele di Meshà (ritrovata in Giordania) ci riporta tutta la storia di questo re dal suo punto di vista, però. Lui racconta di essere riuscito a costringere i re nemici a ritirarsi, mentre la realtà era diversa.
Un'altra cosa. Quando Eliseo si ammala, il re di Giuda lo va a trovare e lo chiama così: "Padre mio padre mio, carro di Israele e suo esercito!". Sul letto di morte Eliseo gli fa tirare delle frecce fuori della finestra, come segno della guerra che lui dovrà sferrare contro gli aramei.
Alla morte di Eliseo, egli viene seppellito in un sepolcro che diventa meta di pellegrinaggio. In più c'è un racconto particolare di un miracolo operato perfino dal cadavere di Eliseo. Infatti un uomo, che fu seppellito vicino al corpo di Eliseo, risorge al contatto con il cadavere.
Il profeta Eliseo è il profeta che ha operato più miracoli di tutti.
In più ci tengo a dirvi che Elishà è citato almeno due volte nel Corano. Il che significa quanto questo personaggio abbia colpito la fantasia popolare.