Piante prima parte - amicizia ec romagna

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PRODUCA LA TERRA OGNI GENERE DI PIANTE (prima parte)
 
Conferenza del Rabbino Caro - giovedì 18 ottobre 2018 - Ravenna
 
E' la prima volta che ho un po' fretta. Di solito mi fermo ore, ore e ore, però una mia vecchia insegnante diceva sempre "è meglio quando finisci che la gente dica perché hai finito così presto piuttosto che dica ma quello non finisce più ". Detto questo, ho problemi in questo momento di visione notturna per cui cerco di partire avendo ancora un po' di luce diurna a disposizione.
 
Dobbiamo parlare quest'oggi se non sbaglio dell'albero, l'albero nella tradizione ebraica e se non sbaglio l'organizzazione del nostro incontro è tale per cui dovrei parlarne la prima parte questa sera e una seconda parte a Forlì tra poche settimane, il 22 di novembre.
 
LE PIANTE, proprio le piante, sì non solo l'albero.
 
Mi soffermerei sull'albero perché c'è più da dire forse. Sta di fatto che il discorso è straordinariamente ampio e come vedrete io pronuncerò un discorso un po' confuso saltando un po' qua e un po' là sull'albero e sulle piante da varie angolazioni. Ovviamente, dico una ovvietà, che gli alberi sono un elemento vitale per l'essere umano, quindi senza gli alberi non potremmo essere qui a disquisirne. Quindi vedrete che io questa sera mi proponevo di dirvi qualche cosa sull'albero sotto l'aspetto dell'insegnamento biblico e poi fermarmi su qualche passo particolare.
 
Riservandomi poi, nel prossimo incontro a Forlì, di approfondire il discorso della mistica ebraica che è strettamente legata all'albero, l'albero delle SEFIROT, poi ne parliamo la volta prossima.
 
Dunque, nel testo biblico si dice che a un certo punto Dio ha creato tutto quello che esiste e ha dedicato una giornata alla creazione dei vegetali no? E a questo proposito la Bibbia ci insegna un qualcosa di molto notevole che sapete se fate attenzione nei primissimi versetti del testo biblico si dice che Dio creò le piante, gli alberi e i vegetali in particolare LEMINEU, secondo la propria specie. Cosa vuol dire secondo la propria specie? Si domandano i nostri maestri: è evidente che se ha inventato l'albero della quercia era una quercia e non era un ciliegio. Impariamo di qua un insegnamento molto più ampio, cioè che da questa espressione LEMINEU che fin dalla creazione Dio ha separato le varie specie, ma non soltanto per quanto attiene ai vegetali ma per quanto attiene a molti aspetti della creazione. Pensate che si parte da questa espressione per affrontare il problema di certi esperimenti di carattere bioetico.
 
Cioè, abbiamo noi la possibilità, Dio ci ha dato la possibilità di manipolare il gene umano o di altri esseri viventi per determinati scopi oppure dobbiamo lasciare la natura così com'è senza intaccarla?
 
Questa è una piccola parolina che compare lì, sembra una parolina indifferente, noi cerchiamo di ricavarne degli insegnamenti naturalmente con pareri straordinariamente diversi. I nostri maestri dicono che "gli alberi sono stati creati per il godimento delle creature" (il rav parla prima in ebraico), ma godimento non soltanto per trarne alimenti o altre cose, ma proprio per dare agli esseri umani un qualcosa di piacevole, quasi per migliorare il nostro stato d'animo.
 
Ci sono vari passi del testo biblico e mi riferisco in particolare alla TORA' dove compaiono gli alberi e si dicono determinate cose. Per esempio mi vorrei fermare, poi tornerò sulla creazione - vedrete che dedicherò una parte notevole del nostro incontro a quella, pensate che c'è un versetto di difficile interpretazione, lo troviamo nel libro dell'Esodo in mezzo a una quantità di altre normative e dice: quando tu assedierai una città per molto tempo per combattere contro
 
 
questa città (capitolo 20 del Deuteronomio versetti 19 e 20) quando ti capiterà di assediare una città per molto tempo in occasione di un combattimento, devi combattere contro quella città e poni l'assedio allo scopo di catturarla, per conquistarla qualunque sia la motivazione, non distruggere la sua alberatura. Quindi anche nel corso di una guerra dobbiamo fare attenzione di combattere contro i nemici veri o presunti ma non prendersela con gli alberi che esistono in questa città o intorno a questa città. E poi spiega … per agitare contro questa città la scure, poiché da questi potrai mangiare, dagli alberi potrai mangiare, ma l'albero non lo devi tagliare. Cioè la proibizione di servirsi degli alberi di una città come strumento di guerra, strumento bellico, in che senso? Si usava anticamente che si tagliavano gli alberi di una città perché gli alberi potevano costituire una forma di difesa anche di carattere ottico no, gli alberi sono un riparo nei confronti degli assalitori.
 
Ma anche di solito tagliavano gli alberi per servirsene per fare degli strumenti di guerra: costruire ponti per eventualmente attraversare qualche fossato, scale per ascendere alle mura della città e così via. Bene la TORA' dice fai pure la guerra ma se ti capita di fare la guerra però gli alberi lasciali stare e non adoperare contro questi alberi la scure. Quindi non li puoi tagliare, e fino a qui può essere abbastanza chiaro. Dice poi da questi alberi potrai mangiare, prendere i frutti e mangiarli. Quello ti è concesso ma non puoi tagliare l'albero e poi c'è una frase che è intraducibile nonostante che sia molto facile: KI HA-ADAM ET ASSADE' LAVOT ... "poiché l'uomo è l'albero del campo", l'albero del campo è l'uomo. Così traduco io ma il testo biblico dice all'incontrario: l'uomo è l'albero del campo. E poi c'è questa frase che non sappiamo cosa vuol dire "per venire a causa tua nell'assedio". Sembra che voglia dire: cosa te la prendi con gli alberi, non devi mica fare l'assedio contro gli alberi. Tu stai facendo un assedio contro dei nemici che sono una città oppure vai a combattere dei nemici che forse ce l'hanno con te. Ma non devi considerare gli alberi come oggetti di assedio nei confronti della città, poi continua soltanto quegli alberi che tu sai che non sono alberi da frutto quelli puoi distruggerli e tagliarli e costruire dei materiali d'assedio per la città contro la quale tu stai facendo la guerra.
 
Quindi la proibizione, viene spiegato, non riguarda gli alberi in generale ma soltanto gli alberi da frutta. Credo che il concetto sia questo: l'albero da frutta serve anche per le generazioni, tu stai facendo la guerra in questo momento con una certa entità, con una certa generazione o gruppo di persone ma pensa che questi alberi possono servire anche per le generazioni successive, quindi se tu tagli un albero da frutta in qualche modo stai combattendo non contro gli attuali nemici ma contro i loro figli e questo va bene, va tutto bene. Rimane il problema che cosa, come si inserisce questo passo nel contesto generale e questo è un altro problema abbastanza difficile, ma la frase che fa più pensare è questa: l'albero del campo è l'uomo.
 
Come si può interpretare? Io la interpreterei l'albero del campo sostiene la vita dell'uomo, aiuta la vita dell'uomo, la vita dell'uomo dipende dagli alberi che ci sono nei campi, oppure potrei stabilire una analogia ma è molto congetturale quello che sto dicendo, c'è una analogia tra alberi e persone. Quasi come se si volesse attribuire all'albero in particolare l'albero da frutta una sua personalità, quasi con delle aspirazioni, dei desideri, dei timori, cioè gli alberi hanno delle caratteristiche simili a quelle umane. Non so se le cose stanno veramente così eh, questa è una forma di interpretazione. Ci sono dei passi poi che troveremo nel TALMUD nella letteratura postbiblica secondo la quale gli alberi, non tanto gli alberi, ma tutti i prodotti della terra compresa l'erbetta sono - come passano il tempo le piante? - a lodare il Santo Benedetto. Si attribuisce alle piante un desiderio di esprimere una lode nei confronti i Dio. Nel libro dei Salmi poi dal punto di vista poetico questa espressione ritorna più volte, si dice ma in questo momento mi riferisco a Isaia "tutti gli alberi del campo battono le mani" .
 
Applaudono la creazione in qualche modo: è come se negli alberi fosse un elemento di continua e perpetua lode nei confronti di Dio e della creazione. Così come dovrebbe fare l'uomo, vedete il nesso tra l'uomo e l'albero del campo. Naturalmente ci sono una quantità di altre analogie di fatto qualche volta poetiche che ci presentano gli alberi da tanti punti di vista. Pensate che ci sono degli alberi i cui frutti sono caratteristici della terra d'Israele e ad ognuno di questi frutti viene attribuito una qualità particolare. In particolare, pongo dei problemi non delle risposte, c'è una festa che abbiamo celebrato poche settimane fa, la festa di SUCCOT quelle delle capanne, nella quale il testo biblico ci dice che per celebrare questa festa bisogna fare determinate cose.
 
Cosa bisogna fare? Intanto costruire una capanna e andarci ad abitare per sette giorni in ricordo delle capanne dove hanno soggiornato gli ebrei al momento dell'uscita dall'Egitto fino a quando sono arrivati nella terra d'Israele, nei quarant'anni in cui gli Ebrei hanno vagato per il deserto. Bisogna costruire questa capanna e noi lo facciamo. Poi bisogna, il testo biblico dice che dovete prendere per voi in questa festa, durante questa festa un ramo di palma e poi dei ramoscelli di mirto, e dei ramoscelli di salice il tutto tenuto insieme con un frutto di cedro. E vi rallegrerete davanti all'Eterno. E noi ci domandiamo che significato hanno queste piante che sono indispensabili per la celebrazione? E i nostri maestri sottolineano che la cosa principale è forse quella, è l'ultima quella che dice vi rallegrerete di fronte all'Eterno. Per chi celebra la festa delle capanne per ricordare il soggiorno degli Ebrei nel deserto intanto vuole rievocare quel periodo della nostra storia quando eravamo un popolo vagante usciti dalla schiavitù egiziana e indirizzati verso la terra che Dio ha destinato a noi, ma questo deve essere collegato con il prendere o tenere queste piante delle quali non sappiamo qual è il significato. Perché il ramo di palma, cosa ha di speciale, quale simbolo ha la palma, quale simbolo hanno i ramoscelli di mirto e i ramoscelli di salice.
 
I Salmi dicono che il giusto fiorirà come la palma. I riferimenti sono tantissimi, pensate tutto è collegato con la -dicono i nostri maestri esaminando il testo biblico - che se io durante la festa di SUCCOT mi costruisco una capanna ci vado ad abitare dentro per sette giorni prendo in mano il ramo di palma, il mirto il salice e il cedro ma non ho fatto niente se il tutto non è accompagnato dal rallegrarsi nei confronti di Dio.
 
Uno strumento che ci dovrebbe dare gioia, dovrebbe indirizzare la nostra allegria nei confronti di Dio, attraverso questo strumento che prevede, attenzione, queste piante di cui vi ho accennato e di cui non sappiamo il loro significato, se volete vi propongo qualche interpretazione, ma congetturale assolutamente non realistica, ma che per capanna noi intendiamo - intendiamo - per tradizione antichissima nonostante che la TORA' non dica, una struttura provvisoria - e fino a lì ci siamo - il cui aspetto principale è la copertura. Il tetto di questa capanna deve essere fatto di vegetali, la copertura, attenzione questa è l'interpretazione antichissima, che è corrispondente quasi all'antichità del testo biblico, che per capanna - è una cosa irrazionale quella che sto dicendo - quando gli ebrei erano nel deserto non abitavano all'Hilton, sicuramente si sono fatti delle capanne ma quelle capanne immaginiamo che fossero fatte di stuoie, di coperte, di pelle ma dove prendevano una copertura di vegetali, una copertura di fogliame nel deserto? Era quasi impossibile immaginare una cosa del genere no?
 
Eppure viene interpretato così, per capanna si intende una struttura provvisoria in cui le pareti possono esserci e non esserci, l'importante è il tetto che deve essere fatto da elementi vegetali e disposti in modo tale che non coprano completamente la visione del cielo. Devono coprire completamente il tetto della struttura ma devono esserci degli spazi dai quali noi intravediamo il cielo di giorno o le stelle di notte.
 
"Mi viene in mente la copertura della KIPPA' " commenta la Maria Angela.
 
Questo coprire, poi ci torniamo perché ci sono una quantità di analogie, la copertura del capo che è richiesta all'ebreo di sesso maschile sempre ma in particolare quando celebra un qualcosa di religioso. Il baldacchino nuziale che significa la convivenza che fa parte del rituale del matrimonio ebraico nel quale la celebrazione viene fatta mediante la pronuncia di determinate espressioni sotto un baldacchino che li ricopre.
 
Baldacchino che può essere fatto di qualunque cosa ma di solito si usa una stoffa, un qualcosa di non particolarmente difensivo, così come la capanna fatta durante la festa non ci protegge da niente, non ci protegge nemmeno dai raggi del sole perché filtrano e qualcuno disse ma cosa vuol dire? Il testo della TORA' ci spiega: abiterete in occasione della festa di SUCCOT (capanne) sette giorni poiché nelle succot ho fatto abitare i vostri padri quando sono usciti dall'Egitto. E a prescindere, come dicevo prima, che non sono lo stesso tipo di succot (capanne), i maestri dicono è vero i nostri padri hanno abitato in delle strutture provvisorie ma come erano fatte? Non sicuramente come previsto dal rituale in uso anche oggi. Tenete conto di quello che dico poi ci torniamo o questa volta o la prossima volta, che questa capanna non è tanto una capanna nel senso nostro delle cose ma rappresenta la protezione di Dio, una copertura, una protezione che era presente nei confronti del popolo ebraico quando gli ebrei sono usciti dall'Egitto e che è presente costantemente nella nostra vita e che deve essere simbolizzata al momento in cui si crea una nuova famiglia, una coppia.
 
La protezione di Dio che ha questa caratteristica: che dal punto di vista fisico non protegge da un bel niente perché ci piove dentro, c'è il sole ecc. Al massimo farà un pochino d'ombra ma non tanto di più, ma la protezione di Dio è fatta così, è un qualcosa che esiste, che ci protegge ma noi non ce ne rendiamo conto. A posteriori sì, ma nel momento in cui Dio si prende cura delle nostre necessità non ce ne rendiamo conto e la ignoriamo, non riusciamo a capirla. E i nostri maestri hanno identificato queste frasche che ricoprono la nostra capanna come le HANANE' HAQQAVOD, le nubi della gloria di Dio. Cioè noi siamo sovrastati da una protezione divina che ha la forma di nube, nube nel senso che intanto contiene l'acqua che non è una protezione ma che ci impedisce la visione di quello che c'è aldilà. Tutte queste cose sono rappresentate dal fogliame, cosa sono poi quelle piante di cui dobbiamo fare uso durante la festa?
 
Non lo so - lo ripeto - ma vengono proposte tante spiegazioni, ve ne posso offrire una. Queste piante che noi teniamo insieme legate insieme vi ricordate? Palma, mirto, salice e cedro messe insieme possono rappresentare l'essere umano. L'essere umano. Come fanno a rappresentare l'essere umano? Beh, anche dal punto di vista fisico con molta fantasia eh il ramo di palma è un qualcosa di lungo, prolungato, un ramo che si presenta come una specie di pertica che potrebbe rappresentare sempre con molta fantasia la spina dorsale dell'uomo. L'uomo è un qualcosa che sta eretto, poi i rami di mirto, no, le foglie del mirto possono sembrare un occhio. Sembrano la rappresentazione di un occhio, e le foglie del salice possono rappresentare la bocca. E il cedro con molta fantasia può rappresentare il cuore umano. Il cuore umano è un elemento di quella forma all'incirca e che nella visione biblica non è collegato ai sentimenti noi quando parliamo del cuore nel testo biblico non lo colleghiamo ai sentimenti ma alle facoltà intellettive. Quindi se qualcuno è innamorato di una persona non dica ti amo con tutto il cuore, perché vuol dire ti amo cervelloticamente, con la mia intelligenza, i sentimenti non c'entrano, c'entrano i ragionamenti, l'essenza dell'uomo che ha una certa forma prolungata e degli organi tali che sono fondamentali per il nostro comportamento: gli occhi, che sono il primo strumento di concupiscenza. Noi desideriamo di avere quello che non abbiamo ma che l'abbiamo visto in mano a qualcun altro. La bocca è un altro strumento che noi adoperiamo sempre in modo scorretto perché dovremmo fare molta attenzione quando parliamo di quello che diciamo, di approfittare di questo dono speciale che Dio ha dato all'uomo rispetto ad altri esseri creati per adoperarlo ... e finalmente la nostra intelligenza. Quando tu preghi Dio e ti rallegri e celebri una festa della protezione di Dio ecc. tieni conto che dovresti convogliare tutti questi elementi fisici, la tua spina dorsale che è simbolo di vanagloria - uno sta eretto dritto e si dà un sacco di arie - gli occhi che sono lo strumento per vedere il mondo e la bocca che ti serve per comunicare e il cervello che ti serve per ... e questo potrebbe essere un insegnamento. Tutta la considerazione di questi elementi vegetali ti debbono portare a una forma di allegria.
 
Mentre sono qua vado avanti, un'altra interpretazione suggerisce che questo complesso che noi chiamiamo LULAV' (è il nome della foglia della palma), secondo qualcun altro non rappresenta l'uomo ma rappresenta l'umanità. Perché? Questi elementi vegetali che fanno parte di questo complesso, di questo fascio hanno delle caratteristiche speciali: la palma cosa produce? I datteri, e i datteri sono un frutto che ha una caratteristica speciale - anche qui con molta fantasia eh - i nostri maestri dicono che quando si dà una interpretazione personale di un testo biblico non far domande sul piano razionale perché non è razionale quello che sto dicendo ma comunque quale caratteristica organolettica hanno i datteri? I datteri sono un frutto che quando uno li mangia sono dolci, sempre nella stessa maniera dal momento in cui li mettete in bocca fino a che finite di averli mangiati, cioè esprimono un sapore di dolciastro, dolce, continuo. Non sono prima dolci e poi aspri o viceversa, sono sempre dolci i datteri. Sempre con un po' di fantasia. E poi c'è il mirto che è una bellissima pianta che ha questa caratteristica di sapore. Avete mai mangiato le foglie di mirto? No, sono un po' amarognole, non sono commestibili, il salice ha delle foglie che non hanno nessun sapore (non so se è vero) e il cedro è un frutto che ha tutti i sapori dentro, qualche volta è aspro, qualche volta è dolce, questa è la società umana. Nella società umana ci sono delle persone che sono dolci sempre, da quando le conosciamo, ah che piacere parlare con questa persona simpatica eccetera eccetera poi ci sono quelli che hanno un gusto amarognolo, meno simpatici, poi ci sono quelli che non hanno nessun sapore e poi ci sono quelli che hanno una personalità un po' complessa, qualche volta sono dolci qualche volta sono amari qualche volta sono aspri. Bene noi teniamo tutte queste cose insieme a significare che in una società dobbiamo convivere con tutti, con i simpatici e i meno simpatici, se riusciamo a vivere in questa maniera arriviamo a conseguire l'allegria ma non l'allegria sguaiata di chi ride eccetera ma la felicità in qualche modo, la soddisfazione. Vedete quante cose scaturiscono fuori da ... Ancora dette tutte queste cose che sono in chiave ottimistica, favorevole, positiva nei confronti delle piante, fate attenzione che nel testo biblico ci sono delle cose che viceversa lasciano un po' pensare.
 
Quello che è importante nello studio del testo biblico - è una mia idea, potete non essere d'accordo - è non tanto il racconto eclatante dei grandi personaggi, quelli che fanno, disfano eccetera eccetera, ma i personaggi che sembrano secondari o gli elementi che sembrano secondari e che sembrano irrilevanti per capire il significato del racconto che stiamo affrontando. Orbene è una sfida che il testo biblico ci pone di domandarsi: ma cosa ci interessa questo problema? Mi pare che ne abbiamo già parlato quando eravate più giovani e innocenti voi, che quasi mai la Bibbia ci dà delle connotazioni fisiche dei personaggi se queste connotazioni fisiche non ci fanno capire meglio in qualche modo lo sviluppo delle cose. Come era fatto Davide? Un gran bel ragazzo, rosso di capelli, aitante. Mosè come era fatto? Non c'è nessuna connotazione nel testo per dirci come era fatto. Era alto, basso, bello, brutto. Commenta la Maria Angela “era TOV”, quando era bambino risponde il rav. Il testo biblico dice che è la madre che ha detto che era TOV, quando è nato la madre vedendo che era TOV lo ha salvato. Ora qual è quella madre quando nasce il bambino che dice non funziona, buttiamolo via, facciamone un altro. Per una madre dire che il figlio sia TOV non è una grande scoperta. Ma dal punto di vista della sua connotazione niente ... e Abramo come era fatto? Chiede la Maria Angela: “a proposito questa storia che era balbuziente viene tradotto così, è vero?” Non è vero risponde il rabbino, io non c'ero quindi non posso dirlo. Non posso dare testimonianza diretta ma si dice che Mosè era ARAL SEFATAIM vuol dire incirconciso di labbra.
 
Vuol dire, non so in italiano come si può rendere, circoncisione vuol dire aprire un qualcosa che è chiuso. A volte viene adoperato nei testi profetici che Israele, ognuno di voi anche compreso me, ha una ORLAT LEV, ha un prepuzio di cuore, cioè un cuore chiuso. Quando non riusciamo a capire o non vogliamo capire, e quindi bisognerebbe aprirlo per cercare di collocarlo nella giusta proporzione. Vabbè, allora di Mosè si dice che era ARAL SEFATAIM, Intanto lo ha detto lui come scusa quando non voleva andare a fare la missione di andare a liberare il popolo ebraico. Chiuso di labbra, cosa vuol dire? Il MIDRASH cioè l'interpretazione omiletica che cerca di vivificare il testo ma ci dà delle interpretazioni - non dimenticate questo fatto che il MIDRASH ci propone delle interpretazioni affinché noi non le accettiamo; il maestro che ci propone una interpretazione ci dice un qualcosa di paradossale, di incredibile sperando che tu dica ma no, ma cosa dici - allora ARAL SEFATAIM qualcuno dice era balbuziente, non so qual è la traduzione giusta, cosa vuol dire che era balbuziente? Subentra il MIDRASH dice sì, vi racconto tutta la storiellina che ... perché era balbuziente?
 
Perché quando questo bambino è stato portato dalla figlia di Faraone ecc. ecc. i maghi egiziani gli stregoni egiziani hanno detto a Faraone questo ti porta male, fallo fuori, questo bambino è foriero di ... non è TOV come ha detto la madre, per te è qualcosa di negativo, fallo fuori. E lui dice poveretto è un bambino, mia figlia è attaccata, legata, ma che senso ha, e allora avrebbero organizzato un test. Qual era il test? Han preso questo bambino e gli hanno presentato un vassoio con da una parte una corona e dall'altra parte un tizzone ardente. Se il bambino avesse preso la corona voleva dire che lui aspirava a prendere il dominio dell'Egitto, questi ebrei che vogliono mettere i loro tentacoli sulla società, ecc. se invece avesse preso il tizzone ardente voleva dire che non glie ne importava niente della corona e quindi ... cosa ha fatto il bambino? Allettato da quella corona stava per prendere la corona perché più interessante avere una corona ma è venuto un angelo celeste che gli ha deviato le mani e lui allora ha preso il tizzone ardente e come fanno i bambini lo ha messo in bocca. Se l'è messo in bocca, s'è bruciato ed è diventato balbuziente. Quindi vuol dire che Mosè fin da quando era piccolo aveva suscitato qualche perplessità nei maghi egiziani. Questi maghi che si sono presentati non come fasulli completamente ma con la capacità di intuire qualche cosa, guarda ti porta male, ti porta sfiga, fallo fuori.
 
Naturalmente chi fa questo racconto immagina, ma cosa mi racconti? La corona, i maghi, il tizzone ardente, ma che senso ha? Allora se non è così spiegami tu cosa vuol dire. Cerchiamo un'altra spiegazione. Cerchiamo un'altra spiegazione. E poi non so qual è, ma alla fine del discorso abbiamo cercato di capire meglio il passo. A me risulta questa, non è la verità ma se proponiamo la verità in due o in tre o in quattro versioni diverse ci avviciniamo. Ci avviciniamo in qualche modo, mentre se uno prende soltanto un'idea, solo quella viene trascinato ... Bene.
 
Allora secondo un'altra interpretazione, non è la mia e non dico nemmeno che non sia quella vera, ARAL SEFATAIM non vuol dire che era balbuziente. Ci sono le barzellette che circolano, lasciatemi fare una piccola interiezione, si domanda il destino tragico del popolo ebraico derivava dal fatto che Mosè era balbuziente. Quando Mosè, è una storiella ovviamente, fece uscire il popolo ebraico dalla schiavitù egiziana Dio gli avrebbe chiesto: dove lo portiamo sto popolo? E Mosè ha detto: in ca, in ca, in ca perché era balbuziente e pensava alla California. Oppure al Canada. In Canan? ma sì facciamo Canan e lo hanno portato nella terra di Canan. Ma se non fosse stato balbuziente l'avrebbe portato in California e sarebbe stata tutta un'altra cosa.
 
Torniamo indietro. E' bello questo affrontare il testo biblico anche da angolazioni ironiche, autoironiche. Comunque l'interpretazione che noi diamo è che Mosè - cerchiamo di capire razionalmente nei limiti del possibile - quando Dio gli si è presentato nel roveto ardente per dirgli vai a liberare il popolo ebraico aveva ottant'anni. Noi della vita di Mosè, di questi ottant'anni non sappiamo quasi niente. Sappiamo quando è stato messo nella culla dalla madre, adottato dalla figlia di Faraone e poi che andando a visitare gli schiavi ha ammazzato un egiziano che stava percuotendo un ebreo, e questo è avvenuto quando lui era in giovane età, avrà avuto vent'anni circa, dopodiché scappa dall'Egitto e va a fare il pastore per conto di suo suocero e lo ritroviamo a ottant'anni che faceva il pastore. E da quando aveva vent'anni presumibilmente a quando ne aveva ottanta cosa ha fatto? Ha fatto il pastore? Santo cielo poteva chiedere anche la pensione dopo sessant'anni di pastorizia. La Bibbia tace completamente su questo, niente, il silenzio della Bibbia che sono importanti. Bene, quando Dio gli dice vai in Egitto e vai a parlare con Faraone e chiedigli la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù egiziana, Mosè risponde io sono incirconciso di labbra. Vuol dire non so parlare, io ho fatto il pastore per tutti questi anni, i pastori passano molto tempo in silenzio, non sono un oratore e inoltre la lingua egiziana che avevo imparato quando ero giovane e che ho smesso di parlare quando avevo vent'anni adesso ne ho ottanta non è più il linguaggio che conoscevo. Sono impossibilitato a parlare con Faraone con il linguaggio che è dovuto a Faraone.
 
Io parlo il dialetto in uso sessant'anni fa, questo voleva dire. E Dio gli risponde: tuo fratello Aronne invece sa parlare perché è stato in Egitto tutto questo tempo, bene andrete insieme, tu dirai ad Aronne e Aronne lo spiegherà nel linguaggio dovuto a Faraone. Quindi è bellino questo racconto della corona, del tizzone ardente, dell'essere balbuziente, però è forse più accettabile la seconda ipotesi. Io non sono un parlatore.
 
Non sono capace di affrontare un discorso con un sovrano dell'Egitto. Manco da quel paese da molto tempo, ho fatto il pastore, non leggevo bene il giornale. Niente.
 
Noi siamo in qualche modo condizionati da traduzioni sbagliate, da interpretazioni che non sono corrette e non sono confermate. Pensate alla famosa mela. Il testo ebraico dice che era un frutto di un albero, o l'albero o il frutto, era PIACEVOLE L'ALBERO DA CONTEMPLARE Un albero che era bello. E appetibile. Bello esteticamente, lo mangerei volentieri, salta fuori la mela, perché salta fuori la mela? Perché i vari pittori hanno rappresentato il frutto come una cosa rotonda e hanno messo in mano a Eva una cosa rotonda. Cos'è una cosa rotonda, non un pompelmo o un mandarino ma una mela, è diventato una mela. “In latino mela si dice malum” commenta la Maria Angela ... Altra storia, il povero Mosè cornuto che dipende da un errore di traduzione. “In Duomo, in cattedrale, c'è un grande quadro di Mosè con queste due corna, è di Guido Reni”, commenta la Maria Angela. Non ha fatto altro che seguire la traduzione latina. L'ebraico dice che quando Mosè ebbe una visione di Dio la sua pelle emetteva raggi. E lui non se ne è accorto, se ne è accorto successivamente. Quando lui parlava con qualcuno, quel qualcuno scappava perché era inorridito, una forma di mostruosità vedere una persona che emetteva raggi, luminosa. E' il solito sistema di Dio che a una domanda inopportuna dell'uomo, gli risponde dandogli contemporaneamente un premio e una punizione. Mosè aveva chiesto voglio vederti, vedere Dio, proprio tu vuoi vedere Dio, allora non hai capito niente, e Dio gli ha risposto dandogli questo premio d'ora innanzi la tua faccia emette raggi, però non riesci nemmeno più a vedere gli esseri umani perché ha dovuto da quel giorno in poi coprirsi la faccia. Perché tutte le volte che aveva un rapporto umano si doveva nascondere il viso con un velo perché l'interlocutore era spaventato o inorridito da una forma di mostruosità, in qualche modo. Cos'è successo? Che la pelle di Mosè emetteva raggi, la traduzione latina traduce la parola raggi cornus, la pelle di Mosè emetteva corni e siccome i corni di solito vengono in fronte, lo hanno rappresentato con le corna in fronte, ed è rimasto poi così nella visione popolare. Quindi una traduzione sbagliata, sbagliata che non teneva conto del doppio significato della parola ebraica che vuol dire raggio o corno. Bene, attenzione è molto importante questo elemento della traduzione perché qui ci porta fuori strada e poi ce lo portiamo dietro e lo insegniamo ai nostri figli.
 
Voglio ancora dirvi una cosa, io devo scappare purtroppo sono in ritardo, bisognerà che facciamo altre due lezioni. Dicevo vi ho parlato all'incirca in modo disordinato è vero non dite di no per piacere, delle qualità positive delle piante, da tutti i punti di vista non è una grande scoperta affermare che le piante sono utili all'uomo ma tra le righe del testo biblico ci sono anche degli elementi che fanno pensare che le piante hanno anche un aspetto negativo. “Una pianta velenosa” suggerisce la Maria Angela. No, non mi riferisco a questo - risponde il rabbino - vi dicevo prima di particolari che sono nel testo biblico e che sembrano ininfluenti e forse invece hanno un loro significato. Quando parla dell'idolatria, nel libro del Deuteronomio capitolo 12 verso 2 si dice l'idolatria viene praticata sotto ogni albero fresco, ombroso quindi c'è una forma di polemica che gli alberi erano oggetto ai tempi della Bibbia di culto pagano. Ancora. Nel libro del Deuteronomio qualche capitolo prima dell'assedio che vi ho citato si dice (in ebraico) ... tradotto per il popolo non pianterai per te una quercia vicino all'altare di Dio, una quercia che Dio odia. La quercia è un albero che era oggetto di culto e la TORA' dice quando tu ti costruisci un santuario, un altare eccetera non ti venga in mente di piantare una quercia, perché la quercia è simbolo di culto pagano.
 
Distacca il culto nei confronti del Dio unico da queste presenze, e ancora pensate a Abramo. Ve lo voglio leggere e poi vado via, in occasione del cosiddetto sacrificio di Abramo. Abramo riceve da Dio l'ordine vai a portare questo figlio sacrificalo eccetera, eccetera, Abramo ci va ecc. conoscete molto bene la storia. Alla fine del racconto si dice: piantò un terebinto a Beersceba. E pregò il nome di Dio che è Dio dell'universo. Abramo, imbevuto in qualche modo della tradizione pagana del suo tempo siamo nel periodo pre-ebraico, pianta un terebinto, un bosco in onore di Dio, vuole celebrare Dio ma è attratto dalla cultura pagana del suo tempo, vuole ringraziare Dio e pianta un terebinto. E ancora quando ad Abramo nei capitoli precedenti si presentano quei famosi messaggeri che gli preannunciano che gli sarebbe nato un figlio, ecco un racconto drammatico anche quello, ne abbiamo già parlato quando eravamo giovani, il testo comincia: Dio gli apparve nei querceti di Mamrè e lui era seduto alla soglia della tenda nel momento più caldo della giornata. Cosa aggiunge al racconto il fatto che Dio è comparso ad Abramo in un querceto, in una foresta, aggiunge qualche cosa?
 
E che cosa aggiunge il fatto che Abramo era seduto, ma ci aiuta a capire il racconto? Gli avesse detto Dio gli apparve e alzò i suoi occhi e vide dei personaggi che poi han detto questo eccetera eccetera. Gli è apparso in una zona che era il querceto di Mamrè e lui era seduto alla soglia della tenda nel momento più caldo del giorno. Aggiunge qualcosa al significato del racconto? L'argomento del racconto è: viene preannunciato ad Abramo che avrà un figlio. Un figlio tanto atteso, sperato, ormai quasi disperato che non se l'aspettavano più. Gli viene annunciato. E questa cosa avviene in queste circostanze: in un posto dove ci sono degli alberi e lui era seduto nella tenda, alla porta della tenda. E faceva caldo, ma che importanza ha se faceva caldo o no e che importanza ha che era seduto? Se poi leggete il racconto nel seguito forse lo capite. Ma che importanza ha che fosse in questo bosco di Mamrè? Vi dice qualcosa Mamrè? E' un termine geografico? Cercate in tutti gli atlanti dell'antichità non esiste. Però nel racconto biblico c'è scritto che Mamrè era il nome di un personaggio amico di Abramo. Interviene il MIDRASH che dice: Dio gli appare, appare Dio a una persona in forma diretta, dopo Noè non era mai apparso a nessuno, sembra, dopo molte generazioni Dio appare ad un uomo in una zona che portava il nome di Mamrè. E cosa aveva di speciale questo? Interviene il MIDRASH che dice ve lo spiego io quando Dio ha detto ad Abramo farai la circoncisione, Abramo sarà stato piuttosto perplesso, a novantanove anni la circoncisione? Senza anestesia, dove vado, che senso ha, ma mi ha proprio detto queste cose Dio o l'ho sognato? Ho mangiato troppo la sera, cosa è successo praticamente? E ne avrebbe parlato con il suo amico Mamrè, il quale gli avrebbe detto: Abramo se hai avuto questa percezione di una visione che tu ritieni da Dio devi farlo! A compenso di questo buon consiglio dato da Mamrè ad Abramo che gli ha consigliato segui quello che Dio ti ha detto, il testo lo ringrazia, lo premia con il fatto che Dio appare in un posto che aveva il nome di quel tale, gli ha dato un premio. Non è razionale, ma è un tentativo di spiegare, cosa ci importa chi era Mamrè e non sappiamo dov'era Mamrè, e cosa ci importa che era seduto e cosa ci importa che faceva caldo. Il MIDRASH dice che era caldo come era caldo il giorno. Cosa vuol dire? L'interpretazione suggerita è che era il momento più caldo del giorno forse. No il MIDRASH dice no, era un giorno che ha fatto così caldo come non mai fatto così caldo nel mondo né prima né dopo.
 
Un calore spaventoso. In una giornata di calore al fuoco, e si domanda perché questo? Perché Abramo, il suo desiderio principale era accogliere i forestieri. Gli piaceva l'ospitalità, e lui era seduto alla soglia della tenda perché stava continuamente a guardare che arrivasse qualcuno. Magari arrivasse, e siccome questa giornata è avvenuta subito dopo che lui si era fatto la circoncisione, Dio avrebbe detto: lasciamo tranquillo Abramo, poveretto, si è fatta la circoncisione. Abramo era lì seduto con delle difficoltà di deambulazione e Dio avrebbe creato la giornata più infernale di temperatura dell'universo per evitare che ci fossero dei viandanti che andassero a tormentarlo. Perché se arrivano dei forestieri quello subito si dà da fare per ospitarli. Voleva avere un atteggiamento di riguardo nei confronti di Abramo, perché sei in convalescenza, stai lì buono, stai tranquillo. Però a un certo momento Dio si è accorto, sto bestemmiando eh, che Abramo invece di compiacersi di questo era dispiaciuto. Oggi non arriva nessuno, alzò i suoi occhi e vide ed ecco tre messaggeri, quasi come fosse una visione improvvisa, non è che ha visto tre arrivare da lontano. Dio glie li ha fatti comparire davanti in quel momento. Dio aveva pensato lo voglio lasciar tranquillo perché è in convalescenza, non l'apprezza ebbè ... Per spiegare cosa ci interessa la storia di Mamrè, sono i tentativi di spiegazione, che non sono la realtà, non sono la verità però ti inducono a pensare che cosa mi interessa questo particolare. Non ti piace questa spiegazione, cercane un'altra. Il fatto che questo sia avvenuto quando faceva molto caldo o che è avvenuto a mezzogiorno ... poi ci sono altre interpretazioni se leggete il testo biblico vedete che il fatto che fosse mezzogiorno è rilevante per il racconto successivo, ma questo non ve lo dico, bisogna che me ne vada.
 
Allora io continuerei un'altra volta a parlare, volevo approfondire sulla questione dell'albero della conoscenza del bene e del male e sull'albero della vita dei primi capitoli della Genesi, non posso farlo questa sera per motivi di visione come quella di Mosè, la volta prossima ci vediamo tutti se volete a Forlì senza introduzione della Maria Angela.
 
 
(Trascrizione da registrazione di Pier Luigi Felletti)
 
 
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