La potenza delle Energie divine
I Settantadue nomi di Dio
“Qual è il movente che può spingere un’artista non ebrea ad interessarsi dell’Alfabeto sacro e quale dinamica si innesta nel suo pensiero creativo, allorché si cimenta nell’arduo compito di analizzare e commentare i 72 nomi, che derivano dai versi del libro di Esodo (Cap. 14: 19, 20, e 21), così da realizzare un progetto artistico - culturale che fonda le sue radici nell’ebraismo?
È forse quell’insolita attrazione per il misticismo ebraico, legata ad una ricerca intrisa di mistero? È la scoperta di qualcosa che fa vibrare l’anima? O forse ancora è il richiamo di una lingua fatta di archetipi che risuona dentro come un vibrante verità?
La risposta non è immediata e forse non lo sarà mai, perché è una risposta in continuo divenire. Mi piace però riportare il pensiero di Annick de Souzenelle, espresso nel testo “La lettera, strada di vita”. Qui l’autrice afferma che nelle lettere ebraiche palpita la nascita di una vita che improvvisamente si leva come un uragano, la cui violenza ci porta via. E’ il Verbo di Dio che con la follia della croce ci conduce all’esperienza tangibile della resurrezione.
Io quell’uragano l’ho sperimentato.
Esso è divenuto vivo e latore di grandi emozioni e profonde riflessioni. Ho percepito così le lettere ebraiche, intrise di una sapienza e di una forza che viene dall’Alto, una forza che induce l’essere alla riflessione e che dà voce al silenzio.
In queste lettere, tramite il suono, la forma ed il numero, è racchiuso, infatti, il senso della vita e del suo divenire .
Nelle sacre scritture leggiamo: “Dio disse … e fu …” tramite quel “dire” Dio ha creato il mondo, tanto che nella tradizione ebraica si ritiene che esso sia stato creato con 10 parole.
Ma anche nel Vangelo di Giovanni si legge: ” In principio era il Logos …. E tramite Lui tutte le cose sono state create …”
Nella Parola-suono si concretizza, dunque, la volontà dell’azione creativa, così che il Pensiero divino prende forma e diviene Creazione.
Il Dio delle ispirate espressioni dei profeti, si rivela quindi all’uomo attraverso la parola biblica, è lì, infatti che il Creatore manifesta la sua volontà. L’uomo non è abbandonato a se stesso, ma attraverso la ricerca e il suo scavare egli si collega al Padre e ritrova quell’unità perduta.
La Parola è fatta di lettere, quelle lettere, che secondo il misticismo ebraico, sono lettere divine, lettere sacre, con le quali Dio ha creato il mondo, ma sono anche lettere attraverso cui il nostro Creatore ci parla, manifestandoci il suo Amore.
Ecco l’ AMORE la chiave di ogni cosa, quell’Amore, che ci permette di ritrovarci, di vivere della Luce, quell'Amore che abita in noi e che ci fa gustare la pace che scaturisce dalla nostra connessione con Dio e con il mondo.
Ma tutto ciò, forse non spiega il perché del mio progetto: “Alla ricerca della Luce: La potenza delle Energie divine.”
Lo farò ora. Nel mio continuo cercare mi sono imbattuta in alcuni testi che hanno dato conferma non solo alle mie continue e profonde riflessioni, ma anche ai miei vissuti: “Tutti facciamo parte del TUTTO” ed in tutti, quali particelle e scintille di Luce, si annida quella Scintilla divina che è alla continua ricerca, sia questa consapevole o meno, dell'eterna Unione.
Ho afferrato così il senso profondo delle lettere ebraiche; esse, infatti, come afferma Raffaele Morelli: «Sono i mattoni-molecole, le possibilità combinatorie che una legge eterna riflette in ogni sua vibrazione.
Mutano le forme, ma l’archetipo rimane identico a se stesso. Così lo scopo della vita diviene l’apertura di stati di coscienza, capaci di far leggere a ognuno di noi il suo alfabeto e di trovare nella sua natura la presenza della Shekhinà».
Nell’alfabeto ebraico c’è l’essenza del pensiero psicosomatico, del pensiero olistico dell’Uno. Ogni lettera è infinita, è materia, è corpo, è trasmutazione, è Essenza.
Anche il Rav Robert Haralik, citato da Daniela Abravanel, afferma: «L’energia delle lettere ebraiche è un aspetto di quella Luce vivente, che Dio, in ogni istante, riversa su di noi. Nell’apprendere i significati associati ai diversi aspetti di questa luce divina impariamo di più riguardo a quell’Unità di cui noi tutti siamo parte».
Constatare, poi, che i versetti 19, 20 e 21 del capitolo 14 del libro di Esodo sono formati ciascuno di 72 lettere è stato per me un vero sprone.
Il numero 72, come afferma Igor Sibaldi, è amatissimo dagli ebrei perché rappresenta la possibilità della mente umana di misurare tutto il proprio orizzonte. Settantadue è, infatti, il risultato di trecentosessanta diviso cinque (360 sono i gradi dello Zodiaco e 5 è, per gli ebrei, il numero simbolo dell’uomo).
Tale sprone si è rafforzato allorché ho trovato in libreria il testo sui 72 nomi di Dio di Yeuda Berg. Egli così scrive: «I 72 nomi di Dio sono il più antico e potente strumento spirituale che l’umanità abbia conosciuto.
Essi agiscono al livello del DNA dell’anima, quello che i fisici chiamano il livello quantistico della realtà».
I 72 Nomi sono, infatti, una sequenza sacra di lettere che vibrano e pulsano all‘unisono, risuonando nell‘anima e creando una profonda connessione con l'Uno.
Allora, quale artista attenta a tutto ciò che si nutre di Spirito e consapevole che l’Arte, nella sua bellezza, è uno strumento che collega l’uomo a Dio, ho fatto mio il pensiero del grande mistico ebraico Abulafia, secondo il quale uno dei mezzi per capire lo spirito delle lettere consiste nel fare esperienza della loro energia, dando loro corpo e tracciandole su una superficie.
Con molta umiltà e profonda riverenza ho percorso questa via che, secondo il Sefer Yetzirah è la via percorsa da Abramo, il quale si cimentò nell’esperienza diretta delle lettere: E quando venne Avraham egli contemplo, scolpì, contò, finché riuscì. Apparve allora a lui il Signore, lo strinse a sé, lo baciò, lo chiamò suo amato e lo considerò suo figlio.
E’ nato così il mio progetto “Alla ricerca della Luce: la potenza delle Energie divine.”, un progetto che nello spirito delle lettere ebraiche va proposto e condiviso con chi è alla ricerca della Luce.
Lorenza Altamore