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Cammino di Santiago

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CAMMINO DI COMPOSTELA - 2/12 giugno 2014


Tappe: Saint Jean Pied du Port-Roncisvalle,  Roncisvalle-Zubiri,  Zubiri-Pamplona,  Pamplona-Puente de la Reina,   Puente de la Reina-Estella.  Estella-Los Arcos,  Los Arcos-Logrogno
2/6 Volo Bologna-Bordeaux, 3/6 Bordeaux-St. Jean Pied du Port partiti e camminato  fino al 10/6 a Logrogno, 11/6 in treno Logrogno  - Saragozza , 12/6 volo Saragozza - Bergamo.

È la mia seconda volta del Cammino. La prima è stata nel 2010 da Burgos a Compostela da sola. Questa volta ho percorso la parte iniziale, 170 km, con due  amici.
La decisione questa volta  non è stata così facile come la prima, dopo diversi ripensamenti  un giorno andando in bicicletta per Ravenna è arrivato il sì e sono andata.
Il Cammino è una vera alchimia. Solo camminando in quel percorso si entra in un silenzio interiore che porta la  fatica, che c’è e a volte intensa, in secondo piano. Cosa c’è in primo piano? La vera essenzialità della vita. Partendo da soli o con altri i momenti di privacy sono pochi, eppure  questo stare nel “mondo”  fa comprendere meglio il senso della vita, e di chi si è veramente. Pochissime cose nello zaino, organizzazione del tempo come si desidera, socialità con persone di tutto il mondo , liberi da ogni ruolo e condizionamento. In questa dinamica si focalizzano benissimo le barriere che tutti i giorni costruiamo per apparire come l’idea che ognuno ha di se stesso, lì si scopre che si è altro, qualcosa di molto più ampio e di molto più disponibile a ciò che la vita offre. Lì parti ma non sai mai cosa può accadere, la tappa la programmi  relativamente, perché è sempre rivedibile. Non sai come il corpo risponderà. Tutto si vive al momento senza aspettative, ma con un profondo radicamento nel presente. Rifugi, diventati  più confortevoli e numerosi rispetto al 2010,  bagni in comune, camerate più o meno numerose ma sempre condivise, l’essenzialità della propria casa tenuta tutta sulle spalle nello zaino il più possibile “zen”, fanno contattare la nostra natura più autentica. Nel camminare al caldo, al freddo, sotto la pioggia o in un clima accogliente, fa stare continuamente in contatto con il proprio corpo e con ciò che lo abita, cioè se stesso, senza paratie e film, che in inglese si chiamano fiction che corrisponde a finzione.  Questo contatto è facilitato dai moltissimi pellegrini che hanno camminato da tempi remoti,  e il primo, S. Giacomo, camminò con l’intenzione di far vivere questa esperienza mistica/fisica/spirituale a più persone possibili, e camminando si sente forte e chiara. Per cui se si  va a camminare sulle Alpi, con la stessa modalità, questa alchimia non accade, il contatto con sé è diverso. Sul punto di morte S. Giacomo si rammaricò perchè aveva preso l’impegno di far arrivare molti pellegrini, invece al momento del suo trapasso solo sette persone lo avevano percorso. Ma dai Piani Alti arrivò questa voce che lo rincuorò,  tanti lo avrebbero percorso questo Cammino.  E direi che si è tutto avverato. Nel 2005 hanno camminato 2000 persone nel 2013 ben 200.000. S. Giacomo ha di che rallegrarsi. E sebbene non sia una praticante qui il passaggio si sente. Tutto ciò che accade nel cammino ha a che fare con la persona che vive l’esperienza, quindi  è meglio accogliere e ascoltare tutto ciò che accade. L’altra alchimia è che il Cammino continua a lavorare al ritorno a casa. E nella mia esperienza posso dire di essere diventata più essenziale, di farmi circondare da meno cose, ma soprattutto più in pace, più presente e più grata verso la vita. Un cambio nel mio stile di vita, anche grazie a questa esperienza, c’è stato. Un’ultima informazione per chi decidesse di partire, alcuni elementi fondamentali: scarpe adeguate, un po’ di allenamento, una guida,  zaino essenziale e …..Buon Cammino!

Rita Massarenti     

 
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