PROFEZIE MESSIANICHE DEL PROFETA ZACCARIA
Rav Luciano Meir Caro
Il titolo è molto bello, forse il contenuto un po’ meno. Sono un po’ perplesso a parlare dell'argomento di stasera perché devo dire la verità che non ci capisco un granché. Del resto tutti i nostri commentatori sostengono che qui c'è un gran pasticcio.
Intanto, l'autore è un imbroglio, un pasticcio!
Il testo del profeta Zaccaria, composto da dodici capitoli, è diviso in due parti. C'è una prima parte che riguarda i primi otto capitoli e lì all'incirca ce la caviamo con delle caratteristiche precise.
Non dimenticate che questo signore vive 500 anni prima dell'era volgare. E vive in un periodo storico molto importante per la storia ebraica. Siamo in quel periodo in cui gli ebrei erano stati deportati in Babilonia da Nabucodonosor re dei babilonesi che nel corso di una guerra molto feroce avevano distrutto Gerusalemme, distrutto il Santuario e determinato la diaspora, la dispersione degli ebrei in varie parti del mondo.
E' cambiata radicalmente quella che era la connotazione dell'ebraismo perché gli ebrei si trovano fuori del loro territorio e si fanno delle domande. Ma noi chi siamo?
Mentre prima l'identità ebraica era abbastanza semplice da interpretare dal punto di vista degli ebrei, con la diaspora intervengono dei problemi nuovi. Prima della dispersione, l'ebreo medio aveva un'idea chiarissima anche se non era giusta, che era questa: esistono nel mondo i monoteisti, quelli che credono in un unico Dio e tutti gli altri. Noi siamo il meglio perché siamo più avanti degli altri, abbiam fatto un passo nella civiltà, nel sapere, nel capire, ecc. Gli altri sono i pagani, e basta. Finita così la storia.
Quando gli ebrei vanno nella diaspora, entrano in contatto con popolazioni diverse e si accorgono che non era così semplice la cosa. E ci si domanda: ma noi cosa abbiamo di diverso dagli altri?
Anche i cosiddetti pagani sono pagani fino a un certo punto. E poi ci sono vari tipi di paganesimo.
Qual è la nostra identità, e come ci si identifica? E' un processo questo che è capitato nel corso della storia ebraica più volte. Ogni tanto noi ebrei scopriamo l'acqua calda e ci domandiamo: ma noi chi siamo?
E' una cosa capitata molto di recente, non più di trenta anni fa, abbiamo fatto un grande congresso a Roma per stabilire chi siamo noi. Perché si diceva in generale che noi siamo una religione e viceversa questa definizione fa acqua. Perché se siamo una religione, davvero è discutibile, nel senso che si può essere ebrei senza credere in Dio. Credere.
E quindi ci domandiamo: ma noi cosa siamo rispetto agli altri? E' nato con la dispersione soprattutto in Babilonia un nuovo ebraismo che è stato il fondamento dell'ebraismo attuale. Ci siamo noi e grazie a due grandi personaggi, uno era Esdra che ha condotto il popolo ebraico nella diaspora e un altro Neemia, i quali cercano di mettere i remi in barca cioè di determinare esattamente cosa siamo noi, quale è la nostra lingua, ecc.
La nostra lingua è quella antica, dei testi biblici, che fra l'altro non parlavano più, o quasi, o è la lingua delle varie popolazioni nelle quali noi siamo?
E per quanto riguarda il credo, cos'è che ci distingue dagli altri?
Si procede a questa azione molto molto difficile cercando di determinare, di inquadrare l'ebraismo che era una cosa che non era mai stata fatta prima. Esdra soprattutto si dedicava alle questioni politiche. Esdra pensava più all'ideologia. Quali sono i fondamenti del nostro credo? Quali sono i libri ai quali noi facciamo riferimento?
E quindi hanno inventato il canone biblico. Alcuni testi sono “min hasshamaym”, cioè provengono dal cielo, e in quanto tali sono sacri, altri non lo sono.
Ma come si fa a distinguere gli uni dagli altri? E han fatto un lavorio molto complesso, determinando quella che è la nostra Bibbia.
Come si fa a essere ebrei? Si pone un problema che c'è ancora adesso. E determinano l'ebraicità cercando di interpretare i testi in due modi: gli ebrei sono quelli che nascono da una donna ebrea. Ma non è scritto da nessuna parte nel testo biblico questo. E allora siamo un po' razzisti, perché è una questione di sangue. No,
perché non si nasce ebrei se non si nasce da una donna ebrea, però ebrei si può diventare. Sottoponendosi a una procedura. Quindi c'è l'ebreo per nascita e c'è l'ebreo per volontà propria. E queste cose le han determinate loro. Nascono da questo consesso di saggi che dirigevano il popolo ebraico durante la dispersione, praticamente nella dispersione.
E' molto strano tutto questo. Gli ebrei in quanto tali, senza entrare nei particolari, nascono sempre altrove. Dove è nato il popolo ebraico? Le origini sono attraverso Abramo, e Abramo veniva dalla Mesopotamia, poi è stato catapultato dalla volontà divina in una certa terra. Forse lui non l'aveva mai sentita nominare.
Il popolo ebraico nasce in Egitto. In questo gruppo di famiglie che vengono in Egitto a un certo punto per motivi di carattere economico, la siccità e così via e in Egitto mantengono determinate connotazioni senza rendersene conto. Se leggete il primo capitolo del libro dell'Esodo, vi accorgete che chi definisce gli ebrei un popolo è Faraone. Quello che voleva distruggerli. La prima cosa che dice: ecco il popolo dei figli d'Israele è più numeroso e potente di noi. Quindi la definizione di popolo ce l'ha data quello che voleva distruggerci. E quindi è in Egitto che si è formato il primo concetto di popolo ebraico diciamo e inoltre questo popolo assume determinate caratteristiche nel deserto.
Usciti dall'Egitto sono nel deserto e nel deserto ricevono una normativa da parte di Dio. Nel deserto, non in un territorio determinato.
Quando poi nel 586 gli ebrei vengono cacciati dalla loro terra dai babilonesi, in Babilonia si formano le prime grandi istituzioni:le prime accademie, le prime sinagoghe. Questi concetti nascono in Babilonia, la sinagoga nasce in mezzo agli ebrei che si trovano all'estero, cercano di riunirsi di stare insieme il più possibile inventano il concetto di sinagoga che prima non esisteva e viene affiancata al santuario di Gerusalemme, che era qualcosa di mitico, di lontano.
Bene, allora, in questo periodo nasce anche la prima grande istituzione, la kenesset hagghedolah, la grande assemblea.
Non potete immaginare quali e quante questioni sorsero per determinare quali fossero i libri sacri e quali no! E questo ha fatto sì che sparissero dalla circolazione una quantità di testi che circolavano tra gli ebrei ma non essendo considerati sacri sono stati abbandonati. Chissà quante cose belle c'erano!
I testi della Torà, il Pentateuco, questo è sicuramente di origine divina, i testi profetici son di origine divina e così via, però grandi discussioni.
Quindi si cerca di determinare con esattezza quello che siamo e quello che non siamo.
Bene, Zaccaria è un profeta che agisce in un paese che prima era Babilonia, poi è diventata Persia e fa le sue profezie. I primi otto capitoli del suo testo sono abbastanza comprensibili. Lui cerca di consolare il popolo ebraico, che pare fosse la seconda terza generazione degli ebrei che stanno in Mesopotamia ed erano stati sottoposti a delle situazioni non simpatiche. E cerca di consolarli e di preconizzare per loro un avvenire migliore.
Dio vi ha punito per i vostri peccati ma poi terrà conto del vostro pentimento e vi darà la redenzione. Sarete liberati e così via. Quindi la prima parte consiste in una serie di profezie scollegate l'una dall'altra. Perché anche il libro non è un libro coordinato, ci sono delle profezie che sono ammonimenti soprattutto in positivo verso gli ebrei. E questa è la prima parte, i primi otto capitoli.
I quattro successivi, soprattutto l'ultimo ... non si capisce niente I nostri grandi interpreti, gli esegeti, dicono che forse non era di Zaccaria. Siccome questo Zaccaria ha un linguaggio un pochettino involuto e queste profezie ultime sono veramente difficili da capire, mettiamo tutto insieme. E ci si domanda: sono profezie che riguardano il periodo di Zaccaria oppure hanno cacciato dentro a questo libro delle profezie precedenti o delle profezie che erano successive
Da un punto di vista critico è molto complicato.
Ma fermiamoci un attimo sul nome Zaccaria. La radice zakar è semplicissima e vuol dire ricordare. La prima parte del nome: zakar è la radice ricordare, unita a yah, che indica Dio.
E’ anche vero che la radice zakar vuol dire anche maschio.
Il nome Zaccaria quindi vuol dire quella persona o quel gruppo di persone che ricordano Dio. Oppure che pregano di essere ricordate da Dio.
Questa terminazione in yah è comunissima, quasi tutti i profeti son così.
Yrmeyah, Yeshayah, ecc. la terminazione è una parolina che sta a indicare la divinità .
Le ultime profezie del libro di Zaccaria sono veramente difficili e non sappiamo nemmeno attribuirle a qualcuno. Qualcuno dice: sono profezie che riguardano un qualcosa di molto incerto, l'avvento di un periodo migliore rispetto a quello che era.
E quindi forse stanno preconizzando la redenzione finale del popolo ebraico, l'avvento del Messia. E queste sono cominciate a nascere fin da quando gli ebrei erano stati cacciati dalla loro terra dai babilonesi. Quindi nel 580 prima dell'era volgare.
Onestamente non mi sento io di prendere queste profezie e di attribuirle a un certo tempo. Tra l'altro è contemporaneo a Zaccaria un altro profeta che agisce nello stesso periodo con connotazioni molto simili chiamato Aggeo. Quello che in ebraico si chiama Haggài. E questi due sono citati insieme nel libro di Esdra.
Quindi c'erano questi due profeti che distribuirono dei messaggi provenienti da Dio. Io leggo così senza entrare nei particolari.
Il dodicesimo capitolo dice: massàh, profezia e intanto già la parola profezia è citata di solito negli altri profeti con "parola del profeta", oppure chazzon, visione del profeta. Qui lui adopera il termine massàh, che è un sostantivo che proviene dal verbo sopportare, quasi come un peso. Questa è parola di Dio, ma una parola pesante che mi impegna, che mi pone dei problemi. Ecco, questa è la massàh, in questo senso della parola di Dio su Israele che è stata detta dall'Eterno il quale stende i cieli, fonda la terra e che crea lo spirito che è nell'uomo.
Le parole sono molto semplici, non ci sono parole difficili da interpretare: notè, che dette da Dio, il quale notè shamaym, cioè stende i cieli, yoshè haarez, fonda la terra e forma, yozer ruach adam bekirbò, ossia: lo spirito dell'uomo che è dentro di lui. Forse vuol dire che l'uomo si rende conto di avere all'interno qualche cosa.
Uno spirito. Cos'è questo spirito dell'uomo?
Prosegue: Ecco io! e poi entra in argomento peggio di prima, non è che sia chiaro. Hinnè anoky, ecco che io sam et yerushalaym shat ra’, pongo Gerusalemme, shat ra (shat vuol dire la soglia) come soglia del veleno. Capite qualche cosa?
Per tutti i popoli che le stanno intorno.
E anche per Giuda che sarà nell'assedio contro Gerusalemme.
Scusate ma non si capisce niente, per cui qualcuno dice: vedete, forse questa profezia è stata composta, rivelata quando Gerusalemme era stata assediata e probabilmente si riferisce all'assedio dei babilonesi.
E cosa vuol dire che è una profezia per Israele ma anche per Giuda? Vado avanti.
E sarà in quel giorno, io porrò Gerusalemme come una pietra pesante per tutti i popoli. E tutti quelli che sono un peso per Israele saranno segnati.
Io traduco così, ma forse dovremmo tradurre: in quel giorno quale macigno pesante per tutti i popoli, tutti quelli che la toccheranno.
Lui sta parlando di quello che è capitato. Qui traduce graffiante e dice: farò un'incisione che crea una ferita superficiale.
Si raduneranno su di lei, Gerusalemme, tutti i popoli della terra.
Qui sta parlando dell'assedio di Gerusalemme fatto dai babilonesi o sta parlando di un altro assedio che deve avvenire? Non se ne viene fuori, ecco.
Le singole parole, ce ne sono alcune che sono incomprensibili perché sono per la prima e unica volta in questo testo, e altre che non riusciamo a dare un contenuto.
Bayom: in quel giorno io percuoterò ogni cavallo con stupore (o smarrimento) e quello che lo cavalca, il cavaliere, con della stupidità. E aprirò i miei occhi sulla casa di Giuda e ogni cavallo dei popoli, tra i popoli, io percuoterò con cecità.
Ricavarne qualche cosa è veramente, sì, posso dirlo, è una fantasia. Quasi a voler dire che sono colpiti i popoli ma non solo i popoli anche gli strumenti della guerra, i cavalli, da stupidità e da paura o da perplessità.
E diranno. I capi di Giuda diranno nel loro cuore: io mi troverò per me gli abitanti di Gerusalemme nell'Eterno delle schiere che è il loro Dio. In quel giorno porrò i capi di Giuda con una fornace, con una vasca, o un bacino,
cioè quella specie di bacinella dove i sacerdoti si lavavano mani e piedi prima di procedere ai sacrifici.
Però c'è chi traduce questo kyor come una pentola bollente. Porrò questi popoli come una vasca oppure come una fornace di fuoco tra il legno. E come una vampata di fuoco nei covoni. E mangeranno sulla destra e sulla sinistra tutti i popoli che stanno intorno. E Gerusalemme resterà ancora come era prima, al suo.
Salverà l'Eterno le tende di Giuda per prima cosa, o in un primo periodo, affinché non aumenti la gloria della casa di Davide e la gloria degli abitanti di Gerusalemme sulla Giudea.
Io non riesco a venirne fuori. Ma andiamo avanti! Il capitolo tredici.
In quel giorno ci sarà una sorgente che si apre per la casa di Davide e per gli abitanti di Gerusalemme per quanto riguarda il peccato e la impurità . Qui c’è un termine tecnico che sta a indicare la donna che è mestruata e che era considerata portatrice di impurità rituale. Quando dico impurità non pensate a una cosa brutta. C'è questo concetto dal testo della Torà, del Pentateuco in cui si parla come se fosse la cosa più chiara del mondo di questa situazione. Cioè ci sono delle situazioni che vanno sotto il nome di impurità e situazioni che vanno sotto il nome di purità, ma non c'è un'accezione di negativo e positivo.
Quando io dico purità o impurità scatta in me il meccanismo di purità è una cosa bella, pulito e impurità il contrario. Ma non è vero! Era un concetto che i nostri antichi avevano molto presente ma che non è stato recepito.
La cosa più impura che esiste è il morto, il cadavere. Poi ci sono delle altre cose che sono impure quasi come il cadavere che non si possono toccare perché un qualcosa che è puro e che entra in contatto con qualcosa che è impuro assume l'impurità. E una impurità molto forte che era molto sentita dalla gente perché era una cosa che riguardava la vita quotidiana era la donna mestruata. La donna mestruata lei è impura e trasmette questa impurità a quello che tocca.
In quel giorno ci sarà una sorgente che si apre per la casa di Davide e per gli abitanti di Gerusalemme per quanto attiene al chattà, al peccato, all'errore, e per quanto riguarda la vita.
La donna impura oppure l'impurità di per sé stessa. Attenzione:
in quel giorno avverrà così dice l'Eterno delle schiere: io distruggerò i nomi degli dei dalla terra e non saranno più ricordati. E anche i profeti e lo spirito di impurità io farò passare dalla terra.
Dio distrugge anche il ricordo di determinate cose che sono negative, tra cui i profeti.
Oppure si riferisce ai falsi profeti?! Non ne veniamo fuori, è inutile che cerchiamo, dobbiamo rassegnarci! Tenete anche conto di una cosa, che forse in relazione a questi capitoli che sono incomprensibili, il libro che è fondamentale per questi concetti è il libro di Daniele.
C'è un libro considerato sacro che fa parte del testo biblico, Daniele che vive anche lui in questo periodo il quale parla di un avvenire lontano e di una resurrezione che ci sarà in un certo momento. E dà anche dei numeri, che però rimangono per noi incomprensibili.
Sono talmente complicati, che si può dire tutto e il contrario di tutto.
Quindi ricordiamo: sono un messaggio di Dio che almeno fino a oggi non siamo stati in condizione di interpretare. Pare che si pensi a una restaurazione della redenzione del popolo ebraico e della punizione di certi popoli. Ma c'è quell'ultima parte che mi lascia molto perplesso, tutto lascia perplesso, non c'è una frase che sia comprensibile!
Alla fine siamo al capitolo 14 se non sbaglio, sì, al verso 13, da dodici in poi, questa sarà il flagello, la punizione con la quale l'Eterno punirà tutti i popoli che hanno assediato Gerusalemme.
Si seccherà la sua carne mentre lui sta in piedi. Cioè mentre è vivo si consumerà la sua carne. O marcirà. Ancora:e i suoi occhi marciranno o si seccheranno nelle loro fenditure. E la lingua marcirà o si seccherà nella loro bocca.
Cioè ci sono dei popoli che hanno assediato Gerusalemme o che assediano Gerusalemme che saranno colpiti da questa piaga. Vorrei che lo leggessimo un pochino più rapidamente.
In quel giorno ci sarà la confusione causata dall'Eterno molto grande e afferreranno ognuno la mano del compagno e la sua mano salirà sopra la mano del compagno.
Anche queste frasi vengono interpretate in due modi completamente diversi. Cioè che in quel giorno capiterà anche questo: che ci sarà una forma di solidarietà tra gli uomini.
Ognuno afferrerà la mano del compagno e quindi insieme, aiuterà il compagno oppure in senso negativo. Che leverà la sua mano, il suo braccio contro il compagno. Cioè una specie di guerra generale.
Fa parte questo di quel concetto che troviamo anche in Daniele, che la redenzione finale avverrà dopo che l'umanità sarà discesa nelle profondità più profonde che peggio di così non può andare. Ù
Ci sono delle cose che troviamo anche in Ezechiele e in altri profeti che dicono: ci sarà la redenzione, questa redenzione sarà per Israele e per l'umanità ma sarà preceduta da un conflitto spaventoso tra gli uomini.
Talmente spaventoso che tutti penseranno che è finito il mondo, e viceversa siccome non si può scendere più in basso di così non c'è altra soluzione che la risalita. E quindi ci sono tutti questi elementi.
Attenzione, vado avanti.
Così questa sarà la punizione, al verso 15, che riguarda il cavallo, il mulo, il cammello, e l'asino.
E ogni animale che vi sarà in quei campi, in quegli accampamenti, in senso negativo, di guerra, come una disgrazia simile a questa.
Cioè ci sarà una punizione che Dio inventa non solo contro le persone ma anche con gli animali. Che cosa hanno di speciale questi animali che sono citati qua? Il cammello, il cavallo, sono animali che servono per fare la guerra? Oppure vuole indicarci qualche altra cosa?
E avverrà che tutti coloro che saranno sopravvissuti tra i popoli che sono venuti contro Gerusalemme, saliranno ogni anno a prostrarsi al Re Eterno delle schiere e per festeggiare la festa di Succot, delle capanne.
Sembra che ci sia confusione. Insomma i popoli che combattono contro Gerusalemme, loro, gli animali, eccetera, saranno tutti puniti, ma quanti rimangono ogni anno andranno in pellegrinaggio a Gerusalemme e a prostrarsi davanti all'Eterno e per festeggiare la festa delle capanne.
Il profeta immagina una specie di festival internazionale che tutti i popoli si convoglieranno a Gerusalemme per adorare Dio, non che diventino ebrei!, ma per adorare Dio. E cosa succederà poi?
E ci sarà una specie di pellegrinaggio di quelli che sono sopravvissuti, quei popoli che hanno combattuto contro Gerusalemme, quelli che saranno rimasti, andranno tutti a Gerusalemme una volta all'anno in occasione della festa di Succot.
Ha detto che tutti quanti sono rimasti dei popoli che hanno combattuto contro Gerusalemme, andranno a Gerusalemme per festeggiare la festa delle capanne.
E sarà che: chi non salirà tra le famiglie della terra a Gerusalemme per prostrarsi al Re Dio delle schiere non avranno la pioggia. Saranno puniti dalla siccità. E se la famiglia dell'Egitto non salirà, non verrà quello che ho detto prima: la pioggia. E ci sarà questa disgrazia con la quale Dio percuoterà le nazioni che non salgono a festeggiare la festa di Succot.
Questo è il peccato dell'Egitto e il peccato di tutte le nazioni che non salgono a festeggiare la festa di Succot. Ditemi voi cosa vuol dire!?
In quel giorno, attenzione anche qui siamo veramente nel fantastico, ma è evidente che voleva dire qualche cosa, siamo noi che non lo capiamo!
Viene interpretato che i cavalli, specialmente quelli che erano adoperati per fare la guerra, erano ornati con delle catenelle, che forse suonavano e c'erano delle campanelle che erano caratteristiche dei cavalli preparati per fare la guerra e queste cose saranno qodesh Adonay, sacre all'Eterno.
E il pentolame che ci sarà nella casa di Dio sarà come le sorgenti d'acqua davanti all'altare.
Avete capito qualcosa? Qualcuno interpreta che in quel giorno gli strumenti che in qualche modo ricordano la guerra, quello che si mette ai cavalli per fare la guerra, oppure tutto il pentolame anche gli oggetti più banali che ci sono saranno considerati sacri come gli oggetti che venivano adoperati per spruzzare l'acqua nell'altare.
Cioè verrà attribuito anche agli oggetti più generici una questione di santità.
E ogni recipiente a Gerusalemme e in Giuda sacro al Signore Eterno e verranno tutti coloro che offrono sacrifici, li prenderanno e cucineranno con questi strumenti. E non vi sarà più un cananeo nella casa dell'Eterno in quel giorno. Tenete conto che quando si parla, generalmente nei testi, di cananeo di solito era una attribuzione del mercante. Non vi saranno più mercanti, cioè persone che strumentalizzano degli oggetti che sono sacri, perché tutto sarà sacro. Capite qualche cosa?
Quindi affrontare questa lettura è veramente una impresa, è impossibile da risolvere. Con i testi non è escluso che un giorno qualcuno le saprà interpretare in un altro modo.
Comunque sta di fatto che queste poi sono considerate messaggi che provengono da Dio.
Sempre in questi capitoli si parla della deformazione che ci sarà a Gerusalemme anche sul piano geografico. Che ci saranno delle montagne, delle colline sacre a Gerusalemme che saranno divise e si creerà in mezzo a questa divisione una valle cioè un cambiamento.
Attenzione: ci sarà, credo che voglia dire ci saranno dei cambiamenti nel modo di affrontare tutti gli oggetti anche i più semplici che saranno connotati da sacralità in qualche modo e anche la stessa formazione, orografia di Gerusalemme cambierà.
E da questa scissione che ci sarà nelle colline, scaturirà dell'acqua che da una parte va verso est e una parte va verso l'ovest. Una irrigazione, insomma.
Ma si sta parlando di acqua nel senso veramente dell'acqua, del prodotto H2O, oppure si parla dell'acqua con un significato allegorico?
Io credo che convenga con molta modestia affrontare questa lettura e arrivare alla conclusione che il testo così com'è non è comprensibile.
Il profeta ci vuole dare una indicazione, però non spiega quale sia questa indicazione. E c'è qualcosa di positivo però: che ci saran delle guerre, tante brutte cose, ma poi verrà un giorno in cui tutti si raduneranno e quelli che non saliranno a Gerusalemme non hanno la pioggia. Vedete di nuovo l’elemento dell'acqua? Non hanno la pioggia. L'acqua molto spesso nella tradizione ebraica viene assimilata all'insegnamento di Dio. Elemento indispensabile per noi. Tanto è vero che la tradizione ebraica vuole che noi liturgicamente parlando, leggiamo il testo biblico in sinagoga il sabato poi lo leggiamo anche nei giorni della settimana; questo lo hanno istituito i saggi di Babilonia e della Persia.
Noi leggiamo e studiamo in sinagoga il testo biblico, soprattutto il Pentateuco, nei giorni di sabato, il lunedì e il giovedì. Perché sabato, lunedì e giovedì?
C'è una motivazione di carattere tecnico: hanno inventato a suo tempo la sinagoga e quindi invitavano alla lettura del testo sacro la gente, i contadini che abitavano fuori città perché lunedì e giovedì era il giorno di mercato. Quindi tutti i contadini si convogliavano in città per vendere o comprare delle mercanzie.
Per cui in quei giorni, son giorni di mercato, si riuniva la gente per leggere e studiare il testo biblico. Mal'elemento viceversa spirituale è che, si dice che non possiamo, l'acqua è la Torà, l'insegnamento di Dio è talmente importante per noi che non possiamo stare ... come per l'acqua il periodo massimo che noi possiamo sopravvivere senz'acqua per tre giorni e se entro tre giorni non beviamo moriamo, così non possiamo stare tre giorni perché c'è sabato poi c'è lunedì e domenica niente, ma il lunedì sì. Martedì niente mercoledì niente ma giovedì sì.
Quindi non passano mai tre giorni senza che noi affrontiamo il testo biblico.
Ravenna 8 maggio 2024 Trascrizione a cura di Pierluigi Felletti