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Talmud

La Traduzione del TALMUD


Domenica 20 marzo 2016 è apparso sul quotidiano "La Stampa" un importante articolo di Elena Loewenthal La summa del pensiero ebraico finalmente disponibile a tutti. E' un'intervista al dr. Riccardo Di Segni, Rabbino Capo della Comunità ebraica di Roma, in cui si parla di un progetto culturale grandioso siglato in un protocollo di intesa fra presidente del Consiglio dei Ministri, MIUR, CNR e Unione delle Comunità Ebraiche Italiane il 20 gennaio 2011. L'articolo parla della traduzione in italiano del Talmud Babilonese di 5422 pagine, in 36 trattati e 6 ordini, scritto in ebraico-aramaico, il quale contiene norme giuridiche e interpretazioni della legge ebraica, ma non solo, perché la forma dialogica usata comprende anche conoscenze dell'antico sapere: astronomia, medicina, matematica, agricoltura, ecc. La parola Talmud deriva da una radice verbale aramaico-ebraica che significa imparare e insegnare. Infatti un rabbino dice: "Ho imparato molto dai miei maestri, ma ho imparato di più dai miei allievi".
Anche il famoso ebraista Giulio Busi, su Il Sole24ore della domenica 27 marzo, in prima pagina ha scritto: Il Talmud rinasce dai roghi, puntualizzando  "le bolle del Medio Evo e dell'età della Controriforma, accompagnate da divieti e persecuzioni, poiché è manifesto … che la causa prima della cecità giudaica … è una certa dottrina perversa... che fu formulata dopo Gesù e che gli Ebrei chiamano Talmud": confische, censure e roghi si effettuarono a intervalli regolari in varie città  illudendosi che fosse possibile eliminare un così alto progetto intellettuale, collettivo, frutto di studio, di discussione e di preghiera su ogni versetto della Bibbia, considerata campo dissodato e reso fertile col lavoro delle scuole rabbiniche. La storica Anna Foa scrivendo su Avvenire del 5 aprile precisa che il Talmud è composto dalla Mishnà scritta in ebraico nel 220 dopo Cristo, e comprende gli insegnamenti rabbinici di commento alla Torah fino a tutto il II secolo, e dalla Ghemarà, composta in ebraico e aramaico, raccogliendo le opinioni dei maestri successivi fino al V secolo.
Susanna Nirenstein su Repubblica del 5 aprile, giorno della presentazione, all'Accademia dei Lincei di Roma, del Trattato Rosh ha Shanà, intervista lo studioso rabbino Adin Steinaltz, ottantenne traduttore per eccellenza, arrivato da Tel Aviv. Egli afferma che il Talmud nella sua essenza ha trasmesso al mondo il grande messaggio del pensiero dialettico nel dibattito su qualsiasi argomento persino sulla fecondazione artificiale. Studiare il Talmud è come stare seduti a un tavolo lunghissimo e discutere con Mosè, i Profeti, i maggiori maestri e noi tutti.
(Maria Angela Baroncelli Molducci)

I commenti della stampa sulla pubblicazione del primo volume del Talmud


La Repubblica - 5 aprile 2016

Adin Steinsaltz : "Se il Talmud non risponde hai sbagliato la domanda",  di Susanne Nirenstein
Parla il più grande traduttore del testo ebraico che ora esce in italiano : "Ogni allievo ebreo apprende come porre non una ma cento questioni, e cerca una risposta. Anche ai quesiti più assurdi"
Il Sole24ore - 27 marzo 2016

Il Talmud rinasce dai roghi,  di Giulio Busi
È il libro più vilipeso, cancellato e bruciato della storia occidentale. Portato al rogo a carrettate, imbrattato d’inchiostro per renderne illeggibili le carte, letteralmente strappato di mano ai suoi lettori ...
Il Sole24ore - 6 aprile 2016

«Made in Padova» il Talmud Babilonese tradotto in italiano ,  di B. Ga.
La prima edizione diffusa in Occidente, nel 1520, era stata quella veneziana; oggi il primo volume della versione integrale del Talmud Babilonese ......
Avvenire  - 5 aprile 2016

TALMUD dal rogo allo scaffale , di Anna Foa
Il Talmud è il testo normativo ed esegetico base dell’ebraismo, la cosiddetta Legge orale, dapprima tramandata oralmente poi fissata per iscritto fra il III e il V secolo d.C. ....

Ma, ad onor del vero, non è la prima volta che il Talmud viene tradotto in italiano.
Nel 1968 la U.T.E.T. stampò, nella collezione dei "Classici delle Religioni", il Trattato delle Benedizioni (Berakhot) del Talmud Babilonese, a cura di Sofia Cavalletti (cenni biografici). La traduzione era stata fatta da Eugenio Zolli, noto semitista che ha professato discipline semitiche in varie Università d'Italia e degli Stati Uniti al Collegio Rabbinico e al pontificio Istituto Biblico di Roma. A febbraio 1992 la TEA (Tascabili degli Editori Associati) su licenza della U.T.E.T. ripubblicò  "Il Trattato delle Benedizioni"; seguirono undici ristampe delle Officine Grafiche Stianti di San Casciano (Firenze). Ciò significa che il libro è stato molto letto.
Nella nostra Biblioteca AEC della Romagna esiste sia l'edizione della UTET che quella della TEA. La prima, edizione di lusso, curatissima,  ci è stata regalata da un'amica ebrea.   La seconda riporta in copertina la riproduzione di un tessuto utilizzato  per coprire il pane nella celebrazione dello Shabbat con i simboli delle Dodici Tribù di Israele e i loro nomi in ebraico. L'immagine è incorniciata da una scritta ebraica che riporta un versetto della Scrittura:
"Ushmerù bne-Israel et hassabat" = "e osserveranno i figli di Israele il Sabato"
e il ritornello del Canto del Sabato:
"Lechà dodì licrat callà pnè shabat nekabellà"= "vieni,  mio amato, incontro la sposa, andiamo a ricevere il sabato".
Al centro c'è il Maghen David, circondato da due versetti del Cantico dei Cantici di Salomone:
      I,1. Shir hashshirim asher lishlomo
          “Cantico dei Cantici che è di Salomone”
      I,2. ishshaqeni minneshiqot pihu ki-tovim dodeka miin.
           “Mi baci egli con i baci della sua bocca, poiché i suoi amori sono migliori del vino”

       Maria Angela Baroncelli Molducci


PREFAZIONE di Sofia Cavalletti
(cenni biografici)

La presente traduzione del « Trattato delle Benedizioni» (Berakhot) del Talmùd Babilonese, è dovuta a Eugenio Zolli, il noto semitista, che ha professato discipline semitiche in varie università d'Italia e degli Stati Uniti, al Collegio rabbinico e al Pontificio Istituto Biblico di Roma. Di tale maestro riflette quindi l'autorevolezza, il rigore scientifico, la genialità interpretativa.
Nato a Brodj (Austria) il t7 settembre 1881, Eugenio Zolli è morto a Roma il 2 marzo 1956, dopo una vita travagliata ed estremamente laboriosa, lasciando nel mondo degli studi semitici un vuoto difficilmente colmabile, perché pochi sono riusciti come lui a fare dell'erudizione un'humus feconda, da cui trarre più che una « scienza », una « sapienza » di vita.
Aveva iniziato gli studi umanistici a Vienna e li proseguì e concluse brillantemente a Firenze, dove conseguì contemporaneamente il diploma presso il Collegio rabbinico. Assunta la nazionalità italiana nel 1922 e cambiato il nome da Zoller in Zolli, ottenne la libera docenza nel 1926, e insegnò Lingua e Letteratura ebraica all'Università di Padova fino al 1938 quando, in seguito alla persecuzione anti-ebraica, perdette l'incarico, per riottenerlo solo a guerra finita nel 1945, a Roma. Nel 1940 era stato intanto chiamato a dirigere il Collegio rabbinico di Roma, dove ricoprì contemporaneamente la carica di rabbino capo.
In quegli anni foschi si prodigò per quanto gli era possibile ad aiutare la sua gente, e in particolare si adoperò, nel settembre del 1943, per reperire il quantitativo di oro necessario a pagare la forte taglia richiesta dai tedeschi, oro che venne allora garantito da Pio XII.
Fu nelle meditazioni solitarie di quel periodo che Eugenio Zolli maturò in sé stesso quei semi di cristianesimo che forse erano stati sempre presenti nel suo animo. Nel 1945 chiede il Battesimo e muta il suo nome da Israele in Eugenio. Narrerà poi il suo itinerario spirituale in Christus (Roma, 1946) e in Before the dawn (New York, 1954). Il suo ingresso nella Chiesa non rappresentò per lui una rottura spirituale con l'ebraismo; vide nel Battesimo l'espressione del fatto che dall'Antico al Nuovo Testamento non c'è frattura, ma un lento ascendere dello spirito verso mete disposte da Dio. Il suo animo, profondamente ebraico e profondamente cristiano traspariva nel calore dei suoi discorsi e del suo insegnamento, e la passione per Israele è una delle eredità più preziose che ha lasciato ai suoi discepoli.
I suoi interessi scientifici lo attrassero dapprima verso studi di carattere storico, che portarono alla pubblicazione di vari lavori sulla storia degli ebrei in Italia, in particolare in Toscana e a Trieste, dove pure ricoperse la carica di rabbino capo. Ben presto però le sue ricerche assunsero un carattere storico-religioso, ed egli iniziò la collaborazione a periodici di tale indirizzo: «Studi e Materiali di Storia delle Religioni », «Ricerche Religiose », «Rivista di Antropologia », «Rassegna mensile di Israel », «Lares », ecc. Alcuni di questi lavori sono poi stati raccolti in volume (Israele, Udine, 1935; Il Nazareno, Udine, 1938) dall'Istituto delle Edizioni Accademiche.
Egli veniva intanto intensificando le sue ricerche di carattere filologico intorno ai testi biblici. Severa preparazione linguistica e fine intuito religioso sono sempre state le caratteristiche delle sue numerose «Note esegetiche », comparse su «Rivista di Studi Orientali », «Biblica», «Sefarad », « Verbum Domini », « Antonianum», « Catholic Biblical Quarterly », « Vetus Testamentum », « Wiener Zeitschrift fùr die Kunde des Morgenlandes », « Theolog. Zeitschrift », «Schweizer Rundschau u. die Bibel », ecc., ed hanno dato i migliori risultati nella sua traduzione dei Salmi (Milano, 1951), frutto di quarant'anni di lavoro appassionato. Strenuo difensore dell'integrità del testo biblico — che riteneva per lo più ben conservato dalla tradizione masoretica —, si opponeva ad ogni emendazione testuale, mentre' era convinto che il lessico biblico fosse in realtà molto più ricco di quello documentato nei vocabolari, e che dovesse quindi venire riveduto e ampliato attraverso la comparazione con gli idiomi semitici affini.
Mente dotata di straordinaria genialità, Eugenio Zolli non si può catalogare in nessuna corrente e in nessuna scuola; come nella vita, così nella scienza ha fatto « parte per sé stesso ». Solitario e schivo, egli ha cercato la verità con tutta la potenza del suo ingegno e la forza della sua cristallina onestà.
SOFIA CAVALLETTI - PIERO ROSSANO

 
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